Senza l’attivazione del Fead 360.000 siciliani e 35.800 bambini sotto i 5 anni rischiano

di non poter contare neanche su un piatto di pasta per sé e per i propri figli

 

Il tavolo della conferenza stampa di presentazione della #StracollettaSabato 14 Giugno 2014 sarà il giorno della Stracolletta. Una giornata eccezionale che raddoppia l’appuntamento annuale che la Fondazione Banco Alimentare onlus organizza l’ultimo sabato di novembre in tutta Italia.

«In 17 anni non c’erano mai state le condizioni e le emergenze – ha esordito Fabio Prestìa presidente del Banco Alimentare della Sicilia onlus – per giustificare la richiesta di un ulteriore sforzo a tutti gli italiani ma nel 2014 tutto è cambiato. L’Europa ha concluso a dicembre 2013 il programma Pead, che in Italia veniva gestito dall’Agea, e da febbraio 2014 non arrivano più scorte alimentari in grado di dare aiuto concreto ai 4.815mila indigenti che l’Istat individua «al di sotto di uno standard di vita minimamente accettabile».

Al posto del Pead adesso c’è il Fead (Fondo di aiuti europei agli indigenti), o meglio ci sarà visto che, pur essendo nato in Italia il 12 marzo 2014 con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è ancora avvinghiato nei meandri burocratici delle linee di programmazione e in quelle attuative. Non è così in altri Stati membri che hanno già dato il via al Fondo favorendo non solo il reperimento di cibo a chi non lo ha, ma anche il rispetto della dignità di ogni singolo individuo che le Istituzioni dovrebbero preservare.

stracolletta«Se l’Italia non ride, la Sicilia piange lacrime amare – denuncia il direttore Domenico Messina – e sono i numeri a parlare. Nel 2013 il Banco Alimentare della Sicilia onlus, che opera nelle province di Catania, Siracusa, Ragusa, Enna, Messina, Caltanissetta e Agrigento, ha approvvigionato poco più di 5 milioni di chili di derrate alimentari che sono state distribuite a 614 strutture caritative le quali, a loro volta, hanno dato da mangiare a 207.907 persone.

«Il contributo alimentare fornito nel 2013 dall’Agea è stato di 3.908.055 kg, cioè più di 4/5 del totale. Una mancanza – continua Messina – che incide così tanto da mettere a rischio anche il semplice piatto di pasta. E riducendo i chili di alimenti da poter dare a ogni singola persona da 24 a 5».

Eppure in Sicilia la situazione è ancora peggiore e ai numeri conosciuti vanno aggiunti quelli indefinibili dei migranti che arrivano sulle nostre coste. Centinaia, migliaia di persone che trovano nelle strutture caritative che si appoggiano al Banco Alimentare mangiare, accoglienza, un letto e a volte anche un sorriso.

La parrocchia di Bosco Minniti di Siracusa affidata a padre Carlo D’Antoni e quella di Don Antonio De Maria di Maria Ausiliatrice e San Domenico Savio di San Giorgio a Catania sono le due strutture caritative che hanno raccontato la loro esperienza durante la conferenza stampa di presentazione della Stracolletta che si è tenuta stamattina presso la Biblioteca del Camp1us D’Aragona di via Ventimiglia a Catania.

Don Antonio e Padre Carlo si misurano ogni giorno con la fame vera. E se il primo offre cibo e consolazione soprattutto a famiglie siciliane, padre Carlo ha uno punto di vista privilegiato sulla disperazione che viene dal mare. Se i bisogni quotidiani sono identici per entrambe le realtà, è nel breve periodo che differiscono. Le famiglie siciliane in difficoltà cercano la dignità di un lavoro, chi ha scelto la Sicilia come terra d’arrivo o di passaggio per trovare il proprio futuro cerca un letto e trafile burocratiche più semplici che ridiano loro una identità.

 

Con Padre Carlo c’era anche Joro Ndao che è arrivato dal Senegal due mesi fa. Parla francese, la sua pelle è nera, il suo sorriso coinvolgente e gli occhi illuminati. Ieri ha compiuto 25 anni in assoluto silenzio. Nessuno conosceva la ricorrenza e nessuno della sua famiglia lo ha seguito nella traversata. Joro ci ha raccontato, tramite Don Carlo, che non ha pagato per salire sul barcone ma ha scambiato il suo posto con il lavoro. Era aiuto chef a Tripoli, in un centro in cui chi vuole fuggire aspetta il proprio turno per salire sul barcone. Lui l’ha fatto per fuggire da un Paese che dà in sposa donne bambine, ma c’è di più. Adesso il suo futuro è qui per completare l’iter dei documenti e poi ovunque la vita lo porterà.

Il Banco Alimentare è la salvezza per le nostre comunità – affermano don Antonio e padre Carlo – senza i loro alimenti non potremmo dare da mangiare a nessuno. Da mesi, purtroppo, le quantità sono diminuite sensibilmente e manca soprattutto latte per i bambini, zucchero, farina. Il burro ce lo siamo dimenticati da tempo! Diamo aiuto come possiamo anche cambiando il modo di sensibilizzare chi viene a Messa. Non più soldi nel cestino ma una cosa piccola piccola: mezzo chilo di pasta, una salsina o un po’ di latte sono quasi nulla per chi mangia tutti i giorni ma è nettare per chi non ha”.

In tutta la Sicilia il Banco Alimentare aiuta, tramite 1.050 strutture caritative, più di 360.000 persone di cui 35.800 sono bambini sotto i cinque anni. Senza l’attivazione del Fead più della metà di queste persone non avrà neanche un piatto di pasta per sé e per i propri figli.

Sabato 14 giugno 2014 non dimenticate di fare la spesa e – se potete – mettete nel carrello alimenti per bambini, omogeneizzati, latte a lunga conservazione, pasta, olio, tonno e carne in scatola, sughi e pelati, riso e zucchero. Saranno gli alimenti più graditi.

È possibile aiutare il Banco Alimentare della Sicilia onlus tramite:

Versamento sul c/c postale n. 12316931

Bonifico bancario presso Banca Prossima. Iban IT80O0335901600100000013799

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