Nella mattinata odierna, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, coordinati dal pool per i“reati contro la pubblica amministrazione” della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di sei soggetti, tutti catanesi, responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al falso e al millantato credito.

In particolare, il sodalizio ha raggirato oltre 300 persone prospettando falsi sgravi di cartelle esattoriali per un ammontare complessivo di 3.500.000 di euro, percependo un illecito profitto per oltre 700.000 euro.

Gli arrestati sono: S. L. promotore finanziario, incensurato; F.A. promotore finanziario, incensurato; S. C. A. M. disoccupato, incensurato; A. M. S. dipendente di un ente di formazione, incensurato; P. F. N. grafico pubblicitario, incensurato; Z.A. dipendente di un ente di formazione, incensurato.

Le indagini sono partite dalla denuncia di alcuni imprenditori catanesi ai quali è stato proposto dai promotori dell’organizzazione (A. M. e S. L.) l’annullamento delle rispettive cartelle esattoriali previo pagamento di somme significativamente inferiori rispetto a quanto dovuto.

Le investigazioni del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania, condotte anche attraverso l’ausilio di intercettazioni audio/video, hanno consentito di raccogliere importanti elementi di prova nei confronti dei sei indagati, i quali avevano costituito una vera e propria “società di fatto” nel settore dell’intermediazione e della prestazione di servizi, con una precisa ripartizione di compiti e ruoli. Il servizio principale offerto alla clientela consisteva nella definizione delle proprie posizioni debitorie presso la SERIT S.p.A. (oggi “SOCIETÀ RISCOSSIONE SICILIA S.p.A.”).

L’organizzazione prometteva di riuscire ad ’“annullare” cartelle esattoriali di importi anche molto elevati, a fronte del pagamento di una somma pari al 30–40 % del debito iscritto. Per invogliare la clientela e avvalorare l’efficacia della transazione, oltre a prospettare le opportunità derivanti da non meglio precisate leggi e regolamenti di recente introduzione, gli arrestati millantavano relazioni privilegiate con funzionari e dipendenti dell’Ente di riscossione, in realtà del tutto inesistenti.

Nell’ambito della consorteria criminale i ruoli, erano ben distinti:

– S. e A. hanno agito come promotori del sodalizio, contattando i clienti e formulando personalmente la proposta illecita negli uffici di via Teramo nr. 21, luogo ove svolgevano l’attività (regolare) di promotori finanziari; è proprio nell’ambito della loro attività lavorativa che i due indagati riuscivano a individuare i debitori ai quali proporre gli illeciti sgravi;

– F.e S. hanno avuto, invece, il compito di verificare le posizioni debitorie dei clienti presso gli uffici SERIT di Corso Sicilia e di commissionare la falsificazione dei documenti a Z. e P., questi ultimi, utilizzando specifici software e apparecchiature informatiche provvedevano poi a falsificare le ricevute e le attestazioni di pagamento SERIT alle quali – come appurato nel corso delle intercettazioni telefoniche – veniva attribuito il nome in codice di “triglia” o “sogliola”.

Una volta prodotta la documentazione falsa, comunque contenente i corretti riferimenti al numero della cartella esattoriale e al debito complessivo, questa veniva consegnata al cliente raggirato, ingenerando così nel contribuente la falsa certezza di avere definito la propria posizione debitoria con l’erario.

Quando, dopo qualche tempo, ai clienti giungevano nuove richieste di pagamento della “cartella” da parte della SERIT, i promotori dell’organizzazione si giustificavano adducendo anomalie del sistema informatico della società di riscossione.

Nel corso delle indagini sono stati così acclarati 330 episodi di truffa, con correlativo danno sia per i clienti, che hanno visto aggravata di ulteriori interessi e oneri la propria posizione debitoria, sia per l’ente di riscossione che ha sostenuto maggiori costi derivanti dalla necessità di avviare ulteriori iniziative di riscossione.

Dall’esame di migliaia di posizioni debitorie e dall’analisi della documentazione sottoposta a sequestro nell’ambito di varie perquisizioni, i finanzieri hanno inoltre riscontrato che l’organizzazione si è dedicata anche alla produzione di falsa documentazione per ottenere prestiti e mutui.

Di admin

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