Alessandro Russo- Casa Russo, una domenica più luminosa di altre. Un papà chiama a sè Matteo, Oriana e Carola: sta per venir giù una di quelle storielle favolose che fan luccicare i loro sguardi.

sSissy Castrogiovanni 2«Sissy –attacca babbo Alessandro – è una bimba incantevole nata in un paese non distante da qui. Casa sua si trova di fronte allo specchio d’acqua marina che accarezza i faraglioni sotto lo sguardo burbero del maestoso Mongibello. Passano anni, la ragazza cresce e comincia a cantare ma lo fa di nascosto, quando nessuno la può sentire. Ha un talento innato: è brava ma ha paura d’esser presa in giro. Finita la scuola, s’iscrive all’università; studia genetica, gioca a pallavolo, esce con gli amici. Dopo un po’ si stufa di pianificare la sua vita e d’improvviso molla tutto. “La passione -ammette un pizzico tormentata- è la più grande fonte d’energia che c’è, senza di quella non si va da nessuna parte. È come un treno che va inseguito senza lasciarsi spaventare dai luoghi comuni che vengono raccontati. È la chiave per essere felici e vivere al meglio la propria vita”

Una mattina piena di sole, la giovinetta prende l’aeroplano e atterra in America, in una città chiamata Boston. In pochi giorni conosce persone dell’intero pianeta mentre bravi compositori le fanno ascoltare jazz contemporaneo e world-music e poi il fado portoghese, il flamenco spagnolo, melodie arabe e greche. Ognuno porta una diversa cultura, la signorina impara cose nuove e si sente felice. Tuttavia, benché distante, s’avvicina alle radici, alle tradizioni, all’essenza pura dei suoni dell’isola lontana che rimane il suo luogo dell’anima. Spesso ella pensa al paese d’origine, d’estate attraente più d’una bomboniera e d’inverno identico a un presepe. Le tornano in mente le canzoni apprese ogni santo giorno da bambina: pian piano tutti i pezzetti del puzzle si piazzano al posto giusto. Il primo componimento è “Comu lu mari da Trizza”, una soave melodia jazz con influenze mediterranee e sicule. Il testo in dialetto vi fluisce armonicamente e il ritmo che ne scaturisce possiede una forza d’urto magica al punto che chi si concentra all’ascolto sovente scorge qualche angioletto danzare. Cantando “E vui durmiti ancora” Sissy grida l’amore per la Sicilia e rafforza la propria personalità; con una voce sferzante provoca brividi intensi, fa vibrare le onde del cuore e offre la migliore espressione di sè. In quest’istante la nostra principessina giramondo pianta gioiosa la bandiera di Trinacria nel Nuovo Continente e ne innalza al vento il vessillo».

«Il mio ultimo lavoro –in linea Sissy Castrogiovanni dal Massachusetts- risente del forte legame con la mia terra natia ed è un inno alla sicilianità. Esprime il sentimento che sposta le montagne e permette di raggiungere l’obiettivo desiderato: la passione. S’intitola ‘Intra lu munnu’ e sta riscuotendo molto interesse nella critica per il connubio tra jazz contemporaneo e sonorità mediterranee. Il CD contiene dieci composizioni in vernacolo, epperò gli orchestrali che ne fanno parte provengono da Uruguay, Argentina, PalestinaSissy castrogiovanni, Balcani. Altre contaminazioni sono quelle africane presenti in un brano al quale sono molto legata: “Africannu”. Significa “Africando” ed è uno stile di vita: parla di sorrisi e positività anche nei momenti peggiori della vita. Tra l’altro, in questo componimento i cori in siciliano sono cantati da gente da tutto il mondo. Un richiamo alla musica classica c’è invece in “Annuzza” che altro non è che il Notturno di F. Chopin (op.9 no.2). È ispirato ad Anna Pandolfini, la famosa pittrice nata e vissuta ad Acitrezza, e contiene parole in siciliano. Infine influenze mediorientali sono presenti nel brano che dà il titolo all’album, di cui fa parte come special guest il Pletenitza Balkan Choir di Christiane Karam.

Dal 19 dicembre al 4 gennaio sarò in Italia al Metropole Taormina Jazz Night Series; poi a gennaio raggiungerò Panama per il Panama Jazz Festival, mentre ad aprile andrò in Perù al Festival de Jazz en Lima. Per aver successo nel mio ramo ritengo che al talento deve unirsi tanto, tanto, tanto studio, un’immensa devozione, una severa disciplina e un pizzico di fortuna. Infine frequentare una buona scuola, come certamente sono il Berklee College of Music di Boston o di Valencia ma anche il Conservatorium Van di Amsterdam, ti dà l’opportunità di studiare con grandi maestri e sviluppare molti contatti». 

 

 

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