“La notizia della chiusura del Punto nascite di Paternò è la cronaca di una morte annunciata da una politica (locale e nazionale) miope, inerme e inconcludente che nel corso degli anni non ha nascosto i suoi giochi di potere e di interessi economici. Altro che salvaguardia della salute dei cittadini”. Si legge nel comunicato divulgato dal Comitato Ospedale di Paternò.

“Per mesi, ci siamo battuti affinché venisse ripristinato un principio di giustizia e sicurezza – continua – legato al mantenimento del Reparto di Ostetricia e Ginecologia del Santissimo Salvatore. Nel corso della recente visita del direttore generale dell’Asp, Ida Grossi, all’ospedale di Paternò, al quale erano presenti sindaco, vice-sindaco e primario del Reparto, era già stata comunicata la chiusura del Punto nascite: mortificante, grottesco e inaccettabile il silenzio che ne è seguito. Riteniamo che in questa vicenda vi siano molteplici colpe: compresa quella di aver visto l’attuale classe dirigente restare inerme rispetto a quello che stava accadendo.Chiediamo alla popolazione paternese uno sforzo: quello di non abbandonare la battaglia per la difesa dell’ospedale. Oggi, dopo mille anni di storia, hanno portato via il Punto nascite: la prossima volta, a quale Reparto toccherà? L’azione mirata della malapolitica di smantellare l’ospedale è appena cominciata”.

“L’assessore regionale Lucia Borsellino sembra dimenticare troppo in fretta la recente tragedia di Catania, lasciando ancora attivi Punti nascita del comprensorio totalmente assenti di qualsiasi requisito di sicurezza previsti nel Decreto di riordino degli stessi Punti nascita: alludiamo all’Utin ed al centro trasfusionale, in mancanza dei quali la distanza dagli ospedali attrezzati più vicina diventa determinante e di vitale importanza. Paternò, però, è stato deciso che DEVE chiudere”.

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