Crescono le adesioni in vista della manifestazione di domenica prossima, 8 marzo, organizzata a difesa della salute pubblica, dal Comitato per l’ospedale di Paternò.

Al mondo del volontariato, della cultura, del sociale e sportivo (sono oltre 30), si sono uniti altri gruppi, in nome di un unico obiettivo: tutelare la salute pubblica, difendere quel sacrosanto principio, garantito dalla Costituzione, all’articolo 32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. 

Hanno così aderito gli studenti degli Istituti superiori delle scuole cittadine, i commercianti di Paternò, con le associazioni “Noi Commercianti” e Confcommercio; ed ancora i club service, il mondo dell’informazione, la Caritas, il XII vicariato, il “centro per la promozione della Famiglia”, e semplici cittadini. 

Davanti il presidio ospedaliero si attendono migliaia di persone, indosso un fiocco rosa o azzurro, simbolo della giornata, per ricordare il punto nascite chiuso, l’identità persa, per diventare un monito per il futuro: l’ospedale non può perdere altri pezzi.

Paternò sceglie la strada della protesta forte e guarda a Palermo, alla Regione Siciliana. L’assessorato regionale alla sanità ha scelto di cominciare ad applicare il piano sanitario, che si continui, dunque, su questa strada, a Paternò devono andare i reparti ed i posti letto assegnati. 

Appuntamento, dunque, a domenica 8 marzo, ore 10.30.

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