Catania, 10 giugno 2015 – Si è svolta al C.D. Pizzigoni di Catania l’Assemblea provinciale unitaria delle rsu e dei terminali associativi dei sindacati catanesi della scuola.
Presenti i segretari provinciali Antonella Distefano (Flc Cgil), Pippo Denaro (Cisl Scuola), Salvo Mavica (Uil Scuola), Giovanni Tempera (Snals) e Mariagabriella Vecchio per la Gilda.

L’assemblea è stata molto partecipata e ricca di interventi. È  stato confermato per oggi e domani sciopero degli scrutini contro il ddl Renzi sulla Scuola. Dai dati pervenuti la partecipazione allo sciopero è stata altissima.
I sindacati hanno  espresso le loro perplessità e le ragioni dello sciopero soprattutto per quanto riguarda la questione precari, esclusi dalle assunzioni previste per settembre, e sulla creazione della figura del “preside ducetto”.

Nel dettaglio questi i punti della riforma della scuola più contestati.

Riforma della scuola: meno assunzioni tra i precari. A far discutere sono i numeri delle assunzioni previste tra i precari. Si era iniziato parlando di 150mila assunzioni, per poi finire a stabilirne 100mila. Tra questi 100mila vengono ricompresi i vincitori del concorso e i precari inseriti nelle graduatorie a inserimento. Rimangono esclusi, al momento, gli idonei del concorso del 2012 e gli insegnanti della scuola d’infanzia.

Riforma della scuola: chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi. Polemiche accese anche per quanto riguarda la chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi, in quanto vista come incompatibile con quanto previsto dalla Costituzione, che prevede le assunzioni tramite concorsi.Vero che i presidi saranno vincolati a un albo pubblico, ma la discrezionalità loro concessa lascia spazio al dubbio di chi teme possibili clientelismi.

Valutazione dei docenti da parte del preside con un alunno e un genitore.

Contratto nazionale di lavoro fermo da sei anni e per altri cinque fino al 2020, con relativo blocco degli scatti per tutti e con un danno economico che sfiora i 15 mila euro a testa.
Riforma della scuola: ingresso delle aziende Se l’ingresso delle aziende nel piano formativo delle scuole nei disegni del Governo era visto come un modo per semplificare il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, molti temono che si tradurrà solo in una forma di sfruttamento.

Delega in bianco al governo su tutti i temi che oggi sono in capo agli organismi collegiali, incluso il contratto nazionale di lavoro (diritti, doveri, risorse economiche e carriere del personale) deciso in modo unilaterale dal governo, cancellando di fatto i sindacati e la contrattazione.

L’assemblea ha ribadito la fiducia nel sindacato e condiviso le azioni di lotta Nessuno andrà in ferie  tutti vigili e pronti alla mobilitazione che continua.

Tra le iniziative, previsto il “treno della vera scuola e della legalità” già martedì prossimo con la Ferrovia Circumetnea, che partirà da Catania e attraverserà tutti i paesi etnei, una notte bianca per la scuola, assemblee territoriali, coinvolgimento di studenti e famiglie, incontri con politici, associazioni, presidi sul territorio.

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