All’alba di oggi 9 settembre, su delega della locale Procura Distrettuale Antimafia di Catania, la Squadra Mobile della Questura di Catania, con la collaborazione della Squadra Mobile di Pavia, ha dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 4 settembre 2015 dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di nr.8 persone, traendo in arresto:

  1. CANTONE Fabio (cl.1987);
  2. DI MODICA Francesco (cl.1982) – pregiudicato;
  3. BUZZA Salvatore Maurizio (cl.1964);
  4. SCUDERI Carmelo (cl.1961) – pregiudicato;
  5. TIRALONGO Salvatore (cl.1975) – pregiudicato, tratto in arresto a Pavia;
  6. CUCKA Avdyl, alias GUGKA Avdyl (cl.1965);
  7. VARISCO Antonino (cl.1965) – pregiudicato, già detenuto per altra causa;
  8. PROVVIDENTI Angelo (cl.1943),

perché ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di usura ed estorsione, con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p.

Provvidenti Angelo
Provvidenti Angelo
SCUDERI Carmelo  classe 1961
Scuderi Carmelo
VARISCO Antonino classe 1965
Varisco Antonino
TIRALONGO Salvatore classe 1975
Tiralongo Salvatore
DI MODICA Francesco classe 1982
Di Modica Francesco
CUCKA Avdyl classe 1965
Cucka Avdyl
CANTONE Fabio classe 1987
Cantone Fabio
BUZZA Salvatore Maurizio classe 1964
Buzza Salvatore Maurizio

Il provvedimento raccoglie gli esiti di un’attività investigativa coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica a seguito della denuncia presentata il 10 luglio 2014 dal titolare di un tabacchi ubicato in un paese pedemontano, vittima di usura da oltre 15 anni, costretto, in via continuativa ed attuale, a pagare interessi sul danaro prestato in attesa di restituire il capitale, ovvero, in altri casi, a pagare denaro da imputare a quest’ultimo, secondo un piano di rientro stabilito.

Le investigazioni di tipo tecnico hanno permesso di appurare 5 distinti episodi di prestiti usurari con richieste di restituzione delle somme capitali con tassi di interesse fino al 120% annuo.

Sebbene apparentemente gli indagati, salvo alcune ipotesi di concorrenza nel reato, siano in linea di massima “autonomi” essi risultano quasi tutti, collegati tra loro in una sorta di “contiguità” che li rende, ad onta dello stato di formale incensuratezza, avamposti di un circuito criminale unico, contiguo all’organizzazione mafiosa.

Invero, sono stati contestati tre distinti episodi estorsivi, in cui gli autori, facendo leva sulla propria influenza e persuasività derivante dalla contiguità alla cosca Santapaola – Ercolano, presentandosi alla vittima come intermediari, sollecitavano la persona offesa a pagare il debito residuo nei confronti degli usurai.

In particolare, è stato riscontrato che uno dei destinatari del provvedimento, VARISCO Antonino, avendo appreso dalla vittima che aveva subito numerose rapine ad opera di ignoti, si presentava come c.d. “amico buono” e prospettava che, ove non avesse versato somme di danaro alle organizzazioni mafiose del territorio, non avrebbe potuto beneficiare della loro protezione e dunque la sua attività commerciale avrebbe continuato a subire rapine costringendo l’esercente a versare la somma mensile di euro 500.00 in contanti o mediante ricariche postepay.

Altri 2 tentativi di estorsione aggravata sono stati contestati a BUZZA Salvatore Maurizio ed a TIRALONGO Salvatore, genero del più noto PUGLISI Piero (cl.1958), pregiudicato, in atto detenuto all’ergastolo, già appartenente al disarticolato clan “Malpassotu”, transitato tra le fila dell’organizzazione Santapaola – Ercolano.

I due al fine di procurarsi la restituzione del capitale e degli interessi usurai, minacciando l’incolumità della vittima, in particolare alludendo alla riferibilità del credito usurario ad organizzazioni mafiose ed alle ritorsioni che gli esponenti di tali organizzazioni avrebbero potuto adottare ai suoi danni in caso del mancato pagamento delle rate scadute, in ragione dell’indisponibilità di tali somme per le esigenze del clan, quali il sostentamento dei detenuti e delle loro famiglie, compivano atti idonei a costringere l’esercente a versare rispettivamente le somme di euro 20.600,00 e di euro 4.350,00 ad estinzione dei rispettivi debiti.

I particolari dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso gli uffici della Procura della Repubblica di Catania siti in viale XX Settembre alle ore 11.00.

L’operazione è stata denominata “Dirty money”.

Di admin

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