La vittima, una donna di 67 anni, originaria di Roma ma residente a Catania, nel marzo scorso si era rivolta ai Carabinieri della Stazione di Ognina denunciando di avere patito un furto ed una successiva estorsione da parte di uno degli operai edili che aveva partecipato ai lavori di ristrutturazione della sua abitazione. Questi, in concomitanza della fine dei lavori, approfittando dei momenti in cui la proprietaria si allontanava dall’appartamento, ha pian piano trafugato alcuni oggetti di valore – sculture, sedie antiche, argenteria e una parure di brillanti -. La donna, alcuni giorni dopo, accorgendosi del furto, nutrendo forti sospetti proprio su quel manovale, lo ha contattato telefonicamente chiedendogli apertamente la restituzione del maltolto. “Candidamente” l’operaio le ha fatto intendere che il presupposto per la restituzione dell’intera refurtiva era l’elargizione di 1.500 euro e per una sola delle sculture, molta cara alla signora, avrebbe dovuto sborsarne almeno 200. Facendo finta di accettare la richiesta l’indomani la vittima si fece restituire la scultura ma consegnò nella mani dell’operaio, cacciandolo in malo modo da casa, solo una ventina di euro. I Carabinieri, dopo una serie di accertamenti, sono riusciti a produrre una informativa che ha convinto il GIP del Tribunale di Catania, su proposta del P.M. titolare del fascicolo, ad emettere un provvedimento cautelare nei confronti di questo 26enne catanese, relegato momentaneamente ai domiciliari con l’accusa di estorsione e furto aggravato. Sono in corso degli approfondimenti investigativi proiettati al reperimento della refurtiva che sembra sia stata piazzata dal malvivente in qualche negozio di antiquariato.

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