L’elenco degli indagati tratti in arresto:

 

  • ALFINO Giovanni, inteso “Accaiù”,
  • ALOISIO Paolo, nato a Catania
  • ANASTASI Filippo, nato a Catania
  • ARCIDIACONO Giuseppe, nato a Catania
  • BENVENGA Natale, nato a Catania
  • BONACCORSO Carmelo, inteso “Melo Squadrito”, nato a Catania
  • BORZI’ Giuseppe, nato a Catania
  • CAMELIA Antonino, nato ad Acireale
  • CAMPOLO Rosario, nato a Catania
  • CANTARELLA Giovanni, nato ad Acireale
  • CARUSO Alberto Gianmarco Angelo, nato a Catania
  • CASTORINA Piero, nato a Catania
  • CATTI Andrea, nato a Catania
  • COSTANTINO Giovanni, inteso “Nuccio u cannaleri”, nato a Catania
  • CRISTALDI Saverio Francesco, nato a Catania
  • CUCCHIARA Orazio, nato a Milano
  • D’AGATA Giuseppe, nato a Catania
  • D’ANTONA Sebastiano, nato a Catania
  • DANZUSO Vito, nato a Catania il 19/08/1980;
  • DE LUCA Giovanni Antonino, nato a Catania
  • DI GRAZIA Orazio, inteso “Scarpa pulita”, nato a Catania
  • DI MAURO Alessandro, nato a Roma
  • DI MAURO Antonino, inteso “Sciarretta”, nato a Catania
  • DI MAURO Giovanni, nato a Catania
  • DI MAURO Mario, inteso “Sciarretta”, nato a Catania
  • DI MAURO Orazio Salvatore, inteso “Turi u biondo”, nato ad Acireale
  • DI MAURO Paolo, inteso “u prufissuri”, nato a Piedimonte Etneo
  • DI MAURO Salvatore, inteso “Sciarretta”, nato a Catania
  • FICHERA Camillo, nato ad Acireale
  • FICHERA Giuseppe, nato ad Acireale
  • FILETI Stellario, intesoStillo”, nato ad Aci Catena
  • FINOCCHIARO Antonino, inteso “Nino Monta”, nato a Catania
  • FLORI Sebastiano, inteso “Bastiano”, nato a Catania ;
  • FOSCO Antonino, inteso ”Ninni”, nato a Catania ;
  • GERBINO Salvatore, nato a Catania;
  • GERBINO Santo Giuseppe, nato a Catania ;
  • GIUFFRIDA Mario, inteso “Mario rambo”, nato a Catania;
  • GIUFFRIDA Giovanni, nato a Catania il 2.8.1942 (ai domiciliari)
  • GRANATA Sebastiano, inteso “Bastianeddu, nato ad Acireale il 31/01/1954;
  • GRASSO Giuseppe, inteso “Pippo Tistazza”, nato ad Aci Catena il 07/07/1965;
  • GRIMALDI Marco, nato a Caltagirone il 18/11/1967;
  • GUGLIELMINO Franco, intesoa scimmia”, nato a Catania il 05/12/1975;
  • IMPELLIZZERI Antonino, nato a Catania il 29/09/1977;
  • ISAIA Carmelo Orazio, inteso “Meluccio”, nato a Catania il 02/07/1988;
  • LANZAFAME Alessandro, inteso “la strega”, nato a Catania il 26/02/1979;
  • LANZAFAME Mario, nato a Giarre il 26/01/1959;
  • LAUDANI Concetto, di Giuseppe, nato a Catania il 14/12/1971;
  • LAUDANI Giuseppe, di Sebastiano, inteso “Pippo il grande”, nato a Catania il 19/7/1946;
  • LAUDANI Santo Orazio, fu Santo, inteso “Santuzzu”, nato a Catania il 23/08/1990;
  • LAUDANI Sebastiano, nato a Catania il 23/05/1926 (ai domiciliari);
  • LAUDANI Sebastiano, di Giuseppe, inteso ”Iano il grande”, nato a Catania il giorno 01/01/1969;
  • LAUDANI Sebastiano, fu Santo, inteso “Iano il piccolo”, nato a Catania il 23/06/1983;
  • LEONARDI Orazio, inteso “Maciste”, nato ad Acireale il 4/06/1964;
  • MAGRI’ Claudio Daniele, inteso “Claudio a Scecca”, nato a Paternò il 18/12/1979;
  • MANGIAGLI Daniele, nato a Catania il 20/03/1986;
  • MAUGERI Carmelo, nato a Catania il 29/04/1971;
  • MILITELLO Orazio, nato a Catania il 26/02/1950;
  • MINEO Salvatore, nato a Catania il 13/06/1971;
  • MORABITO Vincenzo, inteso “Enzo lima”, nato a Paternò il 16/10/1960 (ai domiciliari);
  • MUSCOLINO Giovanni, nato a Giarre il 26/01/1967;
  • MUSCOLINO Rosario, nato a Giarre il 25/11/1958;
  • NICOLOSI Giovanni Antonino, intesoqua qua”, nato a Catania il 13/06/1964;
  • NICOTRA Salvatore, intesoTuri da Macchia, nato a Giarre il 30/07/1957;
  • NUCIFORA Alfio, inteso “Alfio Sant’Alfio”, nato a Piedimonte Etneo
  • PAPPALARDO Antonio Luca Josè, inteso “Pitbull, nato a Catania
  • PARASILITI RANTONE Valerio, nato a Bronte il
  • PARENTI Giuseppe, nato a Paternò
  • PARISI Giovanni, inteso “u ciuraru”, nato a Catania
  • PARISI Leonardo, inteso “Leo Manitta”, nato a Piedimonte Etneo il 18/6/1970;
  • PARTINI Gianluigi Antonio, nato a Catania il 24/06/1986;
  • PATANE’ Leonardo, inteso “Nardo caramma”, nato a Giarre il
  • PENNISI Giovanni, nato a Catania
  • PEZZINO Ottavio, nato a Catania
  • PISTONE Francesco Antonio, intesoVurpitta”, nato a Catania il
  • PRIVITERA Antonio Carmelo Alessandro, inteso “Alessandro”, nato a Catania
  • PUGLIA Antonino, nato a Calatabiano il 02/12/1969;
  • RAIMONDO Alessandro Giuseppe, inteso “Mattonella”, nato a Catania il 15/01/1972;
  • RAPISARDA Antonino, inteso “Nino u biondu”, nato a Paternò il 09/01/1970;
  • RAPISARDA Salvatore, inteso “Turi u porcu”, nato a Paternò l’1/12/1955;
  • RAPISARDA Vincenzo Salvatore, nato a Paternò il 02/02/1988;
  • ROMEO Alfio, inteso “Alfio Faviana”, nato a Piedimonte Etneo il 27/06/1963;
  • SANTONOCITO Filippo, nato a Catania il 08/09/1979;
  • SARDO Alfio Vincenzo, nato a San Gregorio di Catania il 05/04/1965;
  • SCALISI Concetta, nata ad Adrano il 25/12/1953;
  • SCARAVILLI Omar, nato a Catania il 02/02/1981;
  • SCIAMMACCA Nunzio, nato a Nissoria il 26/12/1956;
  • SCIUTO Orazio, nato ad Aci Catena il 22/02/1957;
  • SCUDERI Maria, nata a Catania il 08/03/1960;
  • SCUTO Orazio Salvatore, inteso “u vitraru”, nato ad Aci Catena l’1/01/1959;
  • SORBELLO Salvatore, intesoTuri farina o Turi u panitteri”, nato a Catania il giorno 11/3/1958;
  • SULFARO Mauro, nato ad Acireale il 29/05/1955;
  • TOMARCHIO Giuseppe, nato a Giarre il 18/09/1954;
  • TOMASELLI Maurizio, inteso “Manitta”, nato a Catania il 09/04/1969;
  • TORRISI Michele, nato ad Aci Sant’Antonio il 30/07/1967;
  • TORRISI Salvatore, intesoTuri u biondo”, nato a Catania il 25/06/1962;
  • TORRISI Sebastiano, intesoNello”, nato a Catania il 06/05/1968;
  • TROVATO Mario, inteso “Mario u biondu”, nato ad Acireale il 10/03/1962;
  • VECCHIA Giuseppe Salvatore, nato a Catania il 28/06/1965;
  • VENTURA Antonino Francesco, nato a Catania il 15/02/1980;
  • VIOLA Giuseppe, nato a Catania il 23/11/1953;
  • ZAPPALA’ Sebastiano, inteso “Nello”, nato a Catania il 12/01/1964;
  • ZIZZO Antonino Innocenzo, nato a Catania il 24/02/1961;
  • ZIZZO Gianni Luca, nato a Catania il 12/08/1981.
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E` stata data esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica, nei confronti di n. 109 soggetti indagati,  di cui 106 in carcere e 3 posti agli arresti domiciliari per ragioni di salute.

Il provvedimento è stato eseguito da oltre cinquecento Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati (Compagnia di Intervento Operativo del XII Battaglione “Sicilia”, Nuclei Cinofili ed Elicotteri), su tutto il territorio nazionale ed all’estero (Germania e Olanda), ed ha riguardato dirigenti ed affiliati al clan “Laudani” attivo nel capoluogo e con ramificazioni in tutta la provincia etnea, responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi ed altri reati.

Il clan “Laudani”, detto dei MUSSI ‘I FICURINIA, è certamente una delle più ramificate e pericolose organizzazioni criminali operanti nel catanese, diretto dai componenti di un gruppo familiare facente capo al “patriarca” Sebastiano LAUDANI (classe 1926),  sottoposto con l’attuale ordinanza agli arresti domiciliari per ragioni di salute,  che lo ha gestito, nel tempo, per il tramite dei suoi congiunti, tra i quali, in passato, il figlio Gaetano Laudani, ucciso nel 1992 e soprattutto, da ultimo, i nipoti Giuseppe LAUDANI e Alberto CARUSO, entrambi personalmente educati dal nonno, fin dalla più tenera età, secondo le rigide regole dell’appartenenza mafiosa, dell’intimidazione e della violenza.

Storicamente caratterizzato da una autonomia criminale orgogliosamente rivendicata anche nei confronti di “Cosa Nostra” catanese, con la quale peraltro non ha disdegnato di stringere alleanze partecipando alle più sanguinose faide degli anni ottanta e novanta, e con saldi legami anche con la ‘ndrangheta reggina, il clan LAUDANI  si è contraddistinto, nei principali eventi storici della criminalità organizzata catanese, per la ferocia ed efferatezza dei suoi vertici, tanto da rendersi protagonista, nel tempo, di alcuni dei crimini considerati tra i più gravi verificatisi nella provincia di Catania negli ultimi decenni, quali l’attentato con autobomba con 30 chili di esplosivo alla caserma dei Carabinieri di Gravina di Catania del 18 settembre 1993, in cui rimasero feriti quattro militari, l’omicidio dell’agente di Polizia Penitenziaria Luigi BODENZA del 24 marzo 1994 e l’assassinio del noto avvocato penalista Serafino FAMÀ, avvenuto il 9 novembre 1995.

Detta organizzazione criminale, sin dai primi anni ‘80, ha quindi raggiunto e consolidato una enorme forza di intimidazione, derivante dalla commissione di una lunga serie di omicidi (oltre cento) ed atti di violenza e minaccia, attraverso cui ha imposto la sua leadership in un’area tra le più ricche della provincia. Il denaro, provento delle attività illecite (estorsioni, usura, traffico di droga e rapine), veniva reinvestito in fiorenti attività economiche quali il commercio all’ingrosso di carni, acquisti di terreni (anche all’estero), imprese edili e commerciali. A riguardo sintomatica è la condanna di SCUTO Sebastiano, titolare dell’importante catena di supermercati “Despar”, a 8 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso per avere reinvestito nelle sue attività i proventi dell’organizzazione criminale.

Il presente provvedimento si pone su un solco di continuità ideale con i procedimenti le cui operazioni venivano denominate “Fico d’India” e “Abisso”, riguardanti sempre il clan LAUDANI e con indagini delegate dalla locale D.D.A. all’Arma dei Carabinieri, l’ultima delle quali risale al 2010.

Esso scaturisce da una complessa attività di indagine, convenzionalmente denominata “I Viceré”, avviata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania ed affidata ai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania, la quale traeva il proprio iniziale spunto dalla collaborazione con la giustizia di LAUDANI Giuseppe, nipote del capostipite ed ai vertici dell’organizzazione criminale dal 1999 al 2010, primo ed allo stato unico membro della famiglia di sangue ai vertici del clan a compiere la scelta di rinnegare il proprio passato criminale mafioso ed a passare dalla parte dello Stato, svelando con le sue dichiarazioni i retroscena di quasi vent’anni di vicende mafiose che hanno tristemente caratterizzato la storia criminale di Catania e del suo hinterland.

A seguito di ciò venivano compiute accurate indagini a riscontro, consistenti sia in attività tecniche, sia nella acquisizione di ulteriori fonti dichiarative, le quali consentivano di accertare la responsabilità degli odierni indagati quali affiliati al clan Laudani, ma soprattutto evidenziavano la particolare articolazione di tale sodalizio, suddiviso in gruppi radicati ciascuno su una propria zona territoriale di influenza e dotati di una autonomia decisionale ed operativa limitata dall’esigenza di rispondere, per aspetti predeterminati e di importanza rilevante, ai vertici del clan, cioè alla famiglia LAUDANI di sangue: una sorta di struttura “holding” insomma, perfettamente regolata, nella quale il gruppo dominante, quello della famiglia di sangue dei MUSSI, prendeva le decisioni essenziali quali guerre, alleanza, suddivisioni di tangenti con altri clan, lasciando invece l’attività più concretamente operativa, quale quella relativa alle estorsioni ed al traffico di droga, all’autonomia dei gruppi territoriali.

I gruppi la cui operatività è stata accertata risultavano radicati, oltre che nella città di Catania, segnatamente nel quartiere Canalicchio, anche in tutto l’hinterland etneo, cioè: San Giovanni la Punta, Acireale, Giarre, Zafferana Etnea, Piedimonte Etneo, Caltagirone, Randazzo, Paternò, San Gregorio, Aci Catena, Mascali e Viagrande, laddove l’egemonia criminale veniva imposta soprattutto attraverso la sistematica raccolta di denaro in danno delle più diverse attività di tipo commerciale e imprenditoriale presenti nei suddetti territori ed il traffico di droga; elementi di prova sono stati acquisiti altresì in ordine alla disponibilità di armi da parte degli indagati.

Caratterizzazione molto allarmante emersa e riscontrata nel corso delle indagini riguarda la capacità del clan LAUDANI di infiltrazione in apparati istituzionali; sono emerse infatti e sono state contestate ad elementi dell’avvocatura e delle FF.OO. condotte di appoggio all’associazione, qualificate come concorso esterno nel delitto associativo e reati fine, quali quello di rivelazione di segreto d’ufficio e di accesso abusivo a sistema informatico, aggravati dall’aver inteso favorire un gruppo mafioso; per tali delitti sono state emesse n. 3 ordinanze custodiali in carcere.

Le investigazioni infine hanno dimostrato, con riferimento ad un territorio particolarmente esteso, che il “clan” per affermare la propria esistenza e per assicurarsi una sostanziosa fonte di sostegno economico, ha pianificato e posto in essere nel corso degli anni e sino ad oggi un vasto e capillare sistema di estorsioni per il conseguimento del cui profitto potevano essere commessi anche gravi atti intimidatori, dagli attentati alle attività produttive sino alle aggressioni agli imprenditori. Il minuzioso lavoro di riscontro alle dichiarazioni dei collaboratori e l’esame del materiale sequestrato nel corso dell’attività, tra cui vere e proprie “liste” di esercizi ed aziende sottoposte ad estorsione, ha permesso di mappare le imprese vessate che, come in alcuni casi dimostrato, versavano importi che si aggiravano tra i 3.000 ed i 15.000 euro annui a cadenze periodiche.

Le ingenti somme frutto degli affari illeciti, secondo le direttive dei capi del clan, alcuni dei quali vere menti economiche dell’organizzazione, venivano reinvestite in varie attività imprenditoriali, attraverso dei prestanome, così da eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, particolarmente in società operanti nei settori turistico-alberghiero e di rivendita autovetture.

 

Infine, particolarmente importante è stato l’accertamento del ruolo di vertice, o comunque di tipo organizzativo, assunto dalle tre donne tratte in arresto nell’ambito del clan LAUDANI. Esse hanno svolto attività di rilievo fondamentale per il sodalizio, fornendo direttive in ordine alla strategia complessiva da seguire,  organizzando il reinvestimento dei proventi illeciti e contribuendo addirittura al tentativo di fondazione di un ulteriore gruppo satellite, operante in territorio di Caltagirone. Ciò dimostra la capacità del sodalizio di adattarsi alle nuove situazioni e di utilizzare tutte le risorse a disposizione, ivi comprese quelle femminili, le quali, si sottolinea, risultano particolarmente adatte a ruoli di comando.

 

 

 

 

 

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