Su delega della Procura Distrettualedi Catania, la Polizia di Stato – Squadra Mobile di Catania e Servizio Centrale Operativo -ha dato esecuzione al decreto di fermo emesso in data 9 maggio 2016 dalla Procura Distrettuale di Catania nei confronti di nr.13 persone, gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Il fermo è stato concretamente eseguito nei confronti di: 1. ABI ISMAIL Adam (cl. 1992) 2. ADAM Mohamud Mahamed (cl. 1991) 3. NOUR ABDI Mohamed (cl. 1987) 4. ABDULLAHI GURE Dahir (cl. 1989) 5. MAHAMUD FARAH Yassin (cl. 1987) 6. PANDETTA Salvatore (cl. 1954) 7. LONGHITANO Sebastiano (cl. 1952). Proseguono le ricerche degli altri sei indagati destinatari del provvedimento, allo stato irreperibili in quanto risultano essersi allontanati dal territorio dello Stato. Il fermo è stato disposto all’esito di un’articolata attività investigativa condotta nell’arco temporale ottobre 2015 – maggio 2016, avviata dai predetti Ufficia seguito dalla segnalazione effettuata il 10 ottobre 2015 da una donna somala, residente a Milano, con la quale denunciava il sequestro di un minore somalo tenuto segregato a Catania da alcuni connazionali che, per il suo rilascio, attendevano dai familiari della vittima il pagamento di una somma di danaro.

Le indagini, immediatamente avviate d’intesa con la Procura della Repubblica di Catania, hanno consentito di ritrovare, nel pomeriggio del 14 ottobre 2015, il minorenne ed altri ragazzi somali all’interno di un Internet Point ubicato in questa via L. Sturzo e di porre in stato di fermo di indiziato di delitto tre cittadini somali. Gli accertamenti effettuati nell’immediatezza del fatto hanno consentito di far emergere, al di là della specifica vicenda, l’esistenza di una più ampia organizzazione criminale dedita al traffico di migranti somali che si occupava di prelevare dai centri di accoglienza i somali arrivati in Italia clandestinamente a seguito degli sbarchi, trasferirli a Catania e collocarli all’interno di appartamenti, dove venivano trattenuti in attesa che le rispettive famiglie, contattate telefonicamente, pagassero somme di denaro per la prosecuzione del viaggio verso la destinazione desiderata, in Italia o in altri Paesi europei.

Nel corso delle indagini, grazie alle risultanze dell’attività tecnica di intercettazione telefonica corroborata da appositi servizi di osservazione e controllo del territorio, è emerso che in particolare gli indagati somali monitoravano costantemente i flussi migratori e, immediatamente dopo gli sbarchi clandestini, inviavano un proprio emissario presso i centri di accoglienza ubicati nel territorio delle province della Sicilia e della Calabria. Le famiglie dei migranti somali versavano la cifra richiesta dagli associati mediante accredito su carte prepagate o mediante il sistema di pagamento denominato “Hawala”.

Parte del denaro ricevuto veniva utilizzato per l’acquisto dei biglietti per i mezzi di trasporto e di documenti contraffatti necessari a consentire ai migranti clandestini di muoversi liberamente sul territorio dello Stato italiano e/o di Stati Esteri. L’associazione per delinquere oggetto di indagine aveva una ripartizione dei ruoli e dei compiti non rigida né verticistica, in quanto tutti gli associati si dedicavano alle mansioni di volta in volta necessarie per proseguire l’attività criminosa, fatta eccezione per i due indagati italiani PANDETTA e LONGHITANO che mettevano stabilmente a disposizione del gruppo un costante servizio di trasporto tramite le proprie autovetture. Sono stati individuati a Catania e nell’hinterland del capoluogo nr. 9 appartamenti utilizzati come centri di raccolta all’interno dei quali, dall’inizio delle indagini, sono state trattenute diverse decine di cittadini somali. Al momento dell’esecuzione del fermo, in seguito ad appositi controlli effettuati all’interno di alcune delle abitazioni già individuate nel corso delle indagini, sono stati rintracciati nr. 37 cittadini somali, di cui tre minorenni, in ordine ai quali sono in corso mirati approfondimenti investigativi.

In particolare, all’interno di un’abitazione ubicata in questa via Testulla sono stati rintracciati 10 cittadini somali, di cui tre minorenni, questi ultimi risultati irregolari sul territorio nazionale. Nella circostanza sono stati rilevati univoci e concordanti indizi di reità a carico del cittadino somalo ALI ABDI Abshir (cl.1990) – che aveva la disponibilità dell’appartamento – il quale è stato posto in stato di fermo di indiziato di delitto per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Alla fase esecutiva hanno fornito un notevole contributo il Servizio di Polizia Scientifica e diversi equipaggi della Questura di Catania.

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