VENERINA – Lontano dal caos cittadino, immersi in una distesa che narra di mito e leggende è possibile ritrovare l’anello che unisce diversi stili, ispirazioni e tecniche innovative che attraverso la passione e la determinazione hanno reso possibile un progetto nato come un elemento di conversione del Ciclope che da essere sanguinario viene rappresentato come anima sapiente capace di vedere oltre, colui che con il terzo occhio scruta la realtà nella sua interezza. Un progetto culturale in continua evoluzione quello di «Kyklops – Vedere l’intero», che ha presentato ieri nella Tenuta San Michele il suo quarto appuntamento, e la terza mostra personale, presentando “Girotondo” dell’artista Giovanna Vinciguerra la quale attraverso una ricerca esplorativa indaga le potenzialità espressive, combinazioni di pittura e fotografia, una ricerca sperimentale su materiali utilizzati spesso nella loro nudità senza troppe manipolazioni capaci di mettere in evidenza l’essenziale, il semplice.

All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, Pietro Scammacca del Murgo, Vincenzo Tomasello ideatore del progetto, Daniela Vasta, curatrice della mostra che ha presentato tecnicamente il lavoro dell’artista e Vincenzo Cutuli, direttore tecnico.

 

Una serata speciale nella quale è stato presentato il prodotto di una collaborazione preziosa sullo scenario artistico e intellettuale, il catalogo del progetto «Kyklops – Vedere l’intero», all’interno del quale è possibile ammirare i lavori già esposti e parte di quelli in programma nei prossimi incontri. “Un trailer che condividiamo con voi”, afferma il direttore tecnico Vincenzo Cutuli il quale ha espresso il suo orgoglio per un progetto che ha segnato varie cambiamenti, primo su tutto quello legata allo spazio,perché abbiamo convertito la Tenuta San Michele in una galleria d’arte. Solitamente le mostre d’arte sono allestite in città ma volevamo che ci si fermasse in un ambiente neutro per poter apprezzare in silenzio e concentrazione quello che le opere e la natura hanno da dirci”.

“Questo catalogo contiene delle relazioni, quando ho pensato di capovolgere l’idea del Ciclope sanguinario a quasi santo, ho pensato che non dovevo inventarmi niente, che occorreva soltanto ri-legare” spiega Vincenzo Tomasello, sinergie che hanno creato un “laboratorio senza competizione, nel quale nessuno tende a sopraffare l’altro, ma ritroviamo una splendida valorizzazione della diversità”. Durante la presentazione, l’artista, ha scelto di presentare le sue opere attraverso la lettura di due poesie in dialetto, tratte dal libro di poesie “N’zuppilu n’nzuppilu”, ultimo lavoro letterario del poeta Giuseppe Condorelli, inoltre
gli ospiti hanno potuto visitare la mostra degustando l’ottimo vino delle Cantine Murgo, splendido connubio tra arte e sapori.

Il catalogo offre dei testi ben curati, con una finezza e una ricerca anche nella scrittura, attraverso il lavoro di chi sceglie di voler raggiungere obiettivi che vadano a valorizzare le risorse di un territorio ricco di potenzialità, “non è vero che in natura tutto è competizione, in natura tutto collabora”, conclude Vincenzo Tomasello, ed è proprio da questi stimoli che nascono progetti ambiziosi dai quali è importante trarre la giusta ispirazione per continuare a guardare oltre e lasciarsi guidare dal terzo occhio, quello del Ciclope.

 

La mostra sarà visitabile – su prenotazione – fino al 17 giugno 2016.

Di admin

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