Di Monica Colaianni – Un curriculum da far venire i brividi quello del pregiudicato, latitante Concetto Bonaccorsi, detto “u Carateddu”, tratto in arresto dalla Squadra Mobile di Catania, dopo complesse ed articolate indagini.

Nel luglio del ’91, all’epoca latitante, venne arrestato durante la celebrazione del matrimonio con l’attuale moglie, nel municipio di Valverde, perché il 21 febbraio dello stesso anno aveva assassinato con due colpi di pistola alla tempia, due giovani colpevoli  di aver rubato la sua Fiat Uno turbo. Nel ’93 era coinvolto nell’operazione “Pegaso”, dove vennero arrestate settantanove persone con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, affiliati al clan dei Cursoti, omicidi, estorsioni ed altri reati. In questo caso Bonaccorsi riuscì a sfuggire all’arresto rendendosi latitante. Nell’aprile del ’93 venne arrestato per l’omicidio di Marco de Zorzi. La vittima venne assassinata dentro l’ascensore dello stabile di Via Toti n. 3 a Cassolnovo a Pavia, all’epoca latitante, rimasto bloccato all’interno venne arrestato. Nel 95 Bonaccorsi venne condannato dalla Corte di Assise di Milano a 23 anni, 9 mesi e 15 giorni di reclusione.

Nel ’95 a seguito dell’operazione “Cuspide” dove vennero coinvolte cinquantasei persone ritenute responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, venne condannato all’ergastolo per omicidio e detenzione e porto illegale di armi da fuoco.

Bonaccorsi era imputato insieme a Miano Luigi, detto, “Jimmy” e Carmelo Caldariera , “Melo mezza lingua”, di avere assassinato Angelo Barbera, all’epoca responsabile dei Cursoti.

Nel 2009 è stato tratto in arresto dalla Squadra Mobile di Catania nell’ambito dell’operazione “Revenge”, dove erano coinvolte quarantanove persone appartenenti all’organizzazione Cappello-Bonaccorsi ritenuti responsabili di delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti, estorsione ed altro.

Nel 2016 Bonaccorsi era recluso presso il Penitenziario di Napoli “Secondigliano”, dopo avere beneficiato di un permesso premio di 3 giorni – dal 23 al 26 settembre 2016 – da fruire nella città di Napoli, esattamente presso l’Opera “Don Guastella”, non vi fece rientro rendendosi irreperibile.

Attesa la caratura criminale e ritenendo plausibile che la latitanza potesse essere collegata alla volontà di riprendere in mano le redini del gruppo mafioso, la Squadra Mobile di Catania avvio immediatamente le indagini finalizzate alla sua cattura.

Le investigazioni hanno lasciato intuire che il latitante potesse avere trovato rifugio lontano da Catania ove tuttavia rientrava facendovi brevi e fugaci sortite.

In effetti, a distanza di alcuni mesi le attività investigative si sono concentrate nella zona di Montecatini (PT), nota località toscana dove Bonaccorsi poteva avere trovato rifugio.

Un pool di investigatori della Squadra Mobile di Catania, dieci giorni fa si è trasferito nella cittadina toscana per proseguire le investigazioni approntando una innumerevole serie di servizi che hanno consentito ad individuare un agglomerato di case della frazione del comune di Massa e Cozzile – Traversagna – dove si supponeva fosse il latitante.

Nel pomeriggio di ieri, gli uomini della “Catturandi”, con la collaborazione di personale della Squadra Mobile di Pistoia, dopo un estenuante servizio di osservazione, hanno notato la moglie di Bonaccorsi affacciarsi al balcone di un appartamento sito al primo piano di una palazzina su due elevazioni ubicata in via Deledda.

Trascorsa un’ora circa, hanno notato  balcone la presenza di un uomo che si apprestava a preparare un barbecue. Avuta la certezza che quell’uomo fosse il latitante, gli uomini della Polizia di Stato hanno circondato l’immobile per impedire ogni possibile fuga.

All’atto dell’irruzione Bonaccorsi, trovato in compagnia della moglie, non ha opposto  alcuna resistenza. All’interno dell’abitazione sono state rinvenute e sequestrate una carta d’identità ed una patente di guida intestate ad un soggetto catanese abitante nel rione di San Berillo Nuovo.  Bonaccorsi è stato associato presso la casa circondariale di Prato.

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