Di Monica Colaianni – Venerdi scorso presso la sede Eris di Via Merlino alla presenza dell’Assessore Regionale Istruzione e Formazione Professionale, Roberto Lagalla, si è svolto l’evento “OpenLab”, una guida all’apprendimento basato sul lavoro che nasce come spazio aperto di espressione del talento dei ragazzi. Sono intervenuti anche l’assessore ai Servizi Sociali e Politiche per la Famiglia del Comune di Catania, Giuseppe Lombardo, l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Misterbianco, Federico Lupo, ed esponenti del mondo sindacale e della scuola.

A dare l’indirizzo di saluto la dott.ssa Adriana Patella, che ha illustrato le attività formative offerte dall’Ente che hanno come fine principale quello di dare un futuro ai giovani che scelgono percorsi finalizzati all’inserimento del lavoro, e del responsabile della sede di Via Merlino, Dott. Antonino Sciatà, che ha sottolineato che “l’obiettivo principale della formazione deve essere soprattutto il cambiamento di mentalità, di situazioni e di opportunità. Un cambiamento che si può avere solo se si ha  un impegno a livello locale, a livello associativo e a livello d’istruzione, ma oltre a questo ci vuole professionalità e soprattutto passione”.

<<Oggi ho potuto costatare personalmente – ha detto l’assessore ai Servizi Sociali e Politiche per la Famiglia del Comune di Catania, Giuseppe Lombardo – una realtà che opera per dare una qualifica a chi oggi si vuole inserire nel mondo del lavoro e questo ritengo che sia fondamentale. Il Comune di Catania e il particolare il mio assessorato cerca di impegnarsi per risolvere il problema della dispersione scolastica. A oggi, purtroppo, abbiamo mezzi insufficienti rispetto alla complessa problematica; insufficienti perché il quadro delle risorse finanziarie è limitato, un milione e mezzo annui. Insieme al consigliere Alessandro Campisi, vicepresidente della Commissione cultura e pubblica istruzione, stiamo sperimentando un nuovo modello, che avvieremo il prossimo anno scolastico, e vale a dire la pubblicazione di un avviso con cui metteremo in campo le conoscenze e le informazioni che abbiamo sulla dispersione scolastica nel nostro territorio, in modo tale da mettere in campo dei progetti migliorativi per il contenimento della dispersione scolastica>>.

<<Nonostante le esigue risorse economiche – ha ribadito il vicepresidente della Commissione cultura e pubblica istruzione, Campisi – ci stiamo impegnando affinché la città di Catania possa continuare a essere una città di arte e cultura. È anche di fondamentale importanza andare incontro a quei ragazzi che si trovano in difficoltà. Molti abbandonano la scuola perché spesso non sono seguiti dalle famiglie o perché si sentono disorientati e non sanno quale strada intraprendere, motivo per cui è necessario mettere in atto dei progetti atti a seguire questi ragazzi durante il percorso formativo>>.

Anche nel Comune di Misterbianco vi è un alto tasso di ragazzi che abbandonano la scuola come ha sottolineato l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Misterbianco, Federico Lupo, <<I dati sulla dispersione scolastica sono preoccupanti – ha detto – oltre ad esserci un incremento di ritiri scolastici. Credo che la scelta di seguire un corso non verta sul tipo di corso ma sulla qualità, sull’accoglienza dei ragazzi e sulla cura che si ha di loro, solo così si evita l’abbandono del percorso. Conosco l’Eris da tanti anni e quello che ho notato è l’attenzione che si ha verso i ragazzi e questo rappresenta un valore aggiunto>>.

A concludere gli interventi l’Assessore Regionale istruzione e formazione professionale, Roberto Lagalla, <<L’Agenda di Lisbona – ha detto l’assessore – fissa i principi della società della conoscenza e ovviamente questa si articola su livelli di competenza diversi ma tutti caratterizzati da una costante universale, vale a dire la qualità, che è la costante della coerenza del percorso con le fasi della vita e di conseguenza dell’apprendimento. Su queste basi il progetto formativo deve pianificare l’attività sul territorio, pianificarle politiche di istruzione e tali pianificazioni non possono che essere unitarie. Questo è il motivo per il quale, in questa settimana, siamo impegnati nell’esitare il Piano strategico della scuola 0-6 anni, perché siamo convinti che una scolarizzazione precoce aiuti, soprattutto nelle aree difficili, l’integrazione scolastica e favorisca la sensibilizzazione diretta dell’allievo nei confronti del suo stesso percorso di crescita e maturazione personale; siamo altrettanto convinti che per eliminare la dispersione occorre agire all’interno della fase critica della preadolescenza e dell’adolescenza, implementando anche le opportunità di allungamento del tempo scolastico che opportunamente viene favorito dall’azione didattica e formativa. È altrettanto vero, però, che al momento del passaggio della scuola che si conclude con il ciclo degli studi medi, è indispensabile sapere orientare i ragazzi.

Sono convito che ancora manchi qualche anello di rafforzamento in questa politica di orientamento verso le scuole superiori. La politica della scuola si deve riappropriare del rapporto con la scuola per lavorare insieme, così da conseguire risultati che rientrino negli standard nazionali e che non segnino sempre il passo dell’ultimo o del penultimo posto a livello nazionale>>.

<<Oggi qualcosa si è fatto- ha concluso l’assessore – abbiamo rimesso in piedi un sistema che era imploso su se stesso anche per effetto di “bulimia” incurabile che aveva caratterizzato il settore per troppo tempo ma non sempre nell’interesse degli allievi ma spesso nell’interesse dell’anticipazione della riscossione del consenso elettorale. Oggi abbiamo cercato di decongestionare le tensioni e di riunificare il senso e il disegno della formazione professionale, considerando che, sulla base di quell’orientamento e sulla base di quella dignità della persona e pari dignità del lavoro, è assolutamente chiaro che nel momento in cui c’è la fuoriuscita della scuola secondaria di primo grado  occorre sapere distinguere senza nessuna penalizzazione, senza nessuna ghettizzazione tra chi deve andare a formare i quadri che sostengono la produzione e chi, invece, può aspirare ad assumere funzioni dirigenziali e di coordinamento>>.

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