Bruxelles – “Le richieste di certificazioni sanitarie «virus free» su vini e cibi italiani da parte di alcuni buyer stranieri rappresentano una discriminazione inaccettabile dei prodotti agroalimentari italiani. È semplicemente assurdo che alcuni Paesi chiedano per i prodotti italiani importati un’etichetta sanitaria”.

Così, Annalisa Tardino, europarlamentare della Lega e componente della Commissione ENVI (ambiente salute pubblica e sicurezza alimentare), commenta le recenti difficoltà, denunciate da imprenditori e associazioni di categoria, relative all’esportazione dei prodotti alimentari italiani bloccati da importatori di altri Paesi Ue.

 “Non c’è alcuna base scientifica che leghi il Coronavirus al cibo e men che meno ai prodotti Made in Italy, che sono eccellenze indiscusse e lo ha confermato anche l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ricordando che la trasmissione del virus avviene per via aerea. Per questi motivi, su iniziativa della collega Silvia Sardone, abbiamo chiesto l’intervento urgente della Commissione europea. Il nostro Paese, a causa degli errori del governo, sta affrontando una crisi gravissima, e l’Europa deve fermare questi comportamenti contrari al principio di libera circolazione, che rappresentano tentativi strumentali di bloccare l’export italiano”, conclude l’europarlamentare siciliana.

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