Un duro colpo alla proprietà edilizia: questo è l’allarme lanciato dall’Associazione Sindacali Piccoli Proprietari Immobiliari (ASPPI). Infatti, un emendamento al decreto Rilancio approvato in commissione Bilancio della Camera disporrebbe, ove approvato dal Parlamento in sede di conversione del decreto legge, che la sospensione degli sfratti già introdotta dal decreto Cura Italia, prevista fino al 1 settembre 2020, duri fino al 31 dicembre prossimo.

In pratica -denuncia l’ASPPI- se la norma fosse approvata così come è scritta, verrebbero premiati anche tutti coloro che erano morosi già da prima dell’emergenza Covid-19, e che non stanno pagando nulla. Invece, per i locatori, e in particolare i piccoli proprietari, non è stato riconosciuto alcun beneficio pur continuando gli stessi a pagare le tasse. Stranamente, l’emendamento è stato inserito dopo il pagamento dell’Imu da parte dei proprietari. In pratica, l’imposta patrimoniale è stata di fatto finanziata con il risparmio o comunque con altre risorse vitali dei piccoli proprietari, anziché con il reddito della locazione.

L’ASPPI non intende fare lamentele “a priori” o di corporazione. Basti pensare che ASPPI, durante il lockdown ha invitato i propri soci ad aderire, secondo le loro possibilità, all’appello dell’amministrazione comunale di “Catania aiuta Catania” al fine di venire incontro alle famiglie più bisognose.

Per questi motivi, l’ASPPI ritiene che il blocco degli sfratti rappresenta una scelta inaccettabile e chiede al Parlamento di ripensarci.

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