Di Elisa Guccione  (CT)– Covid, emergenza sanitaria ed economica. È il problema che dallo scorso marzo assilla e preoccupa l’Italia, l’intera Europa e il resto dei continenti. La Sicilia e i siciliani già in zona arancione affrontano l’epidemia con i mezzi che hanno a disposizione. Ma sono state adottate tutte le misure necessarie per prevenire e curare questa seconda ondata? Ne parliamo con Jose Marano deputata all’Ars per il Movimento Cinque Stelle.
La rete ospedaliera siciliana soffre della mancanza di strutture, di posti letto e posti in terapia intensiva. Una possibile soluzione per tentare di risolvere il problema dell’emergenza sanitaria potrebbe essere ripristinare a Catania i dismessi ospedali Vittorio Emanuele e Santo Bambino come Covid Hospital. Questa soluzione fino ad oggi come mai non è stata adottata?
“Della seconda ondata si sapeva, inutile negarlo. Le pandemie, da sempre, purtroppo, la storia insegna, hanno sempre un ritorno epidemiologico. Il mio primo atto parlamentare in previsione di nuovi Covid Hospital risale a febbraio di quest’anno cioè dieci mesi fa. Era necessario organizzarsi in tempo, perché non avevamo e non abbiamo una rete ospedaliera con migliaia di posti letto in terapia intensiva. La mancanza di pianificazione e programmazione sta portando ad un vero e proprio collasso sanitario. I posti in terapia intensiva di base erano 375 e se non si amplia il numero come promesso dall’assessore Razza, il quale ha depositato in commissione sanità un progetto d’integrazione della terapia intensiva, entro questo mese di novembre, rimangono solo belle parole sulle spalle dei cittadini. Quest’estate era stato presentato un progetto per maggiorare di 350 posti l’intensiva e altri 350 per la semintensiva ma ancora oggi nulla di tutto questo è stato fatto. Gli annunci sono una cosa ma i fatti sono altri. Non si può pensare di giocare con la salute delle persone in questo modo”.
La curva epidemiologica continua a salire. Senza cadere nel terrorismo mediatico con l’attuale situazione e le carenze di strutture adeguate c’è il pericolo di adottare sistemi come la Svizzera e scegliere chi deve vivere o morire?
“Continuando così, con gli aumenti dei contagi e il conseguente numero dei malati se non si fa qualcosa di immediatamente concreto si arriverà a dover scegliere chi salvare ed aiutare. Non voglio fare terrorismo, ma sono purtroppo realista. La sanità è di competenza delle regioni così come prevede la riforma del titolo quinto e tutto quello che non funziona negli ospedali e nei reparti è di esclusiva competenza della Regione. Non si può pensare di dire che in questo momento va tutto bene, mentre c’è gente che viene assistita nell’ambulanza invece di un normale letto di degenza. Per un diritto fondamentale come quello della salute non si può perdere tempo, mentre lo si continua a fare. I tagli alla sanità risalgono a governi precedenti come quello Berlusconi, privilegiando la sanità privata a quella pubblica trovandoci così a pagare gli errori della malapolitica sulla pelle dei cittadini”.
Diversi gli strumenti economici adottati per tentare di aiutare i soggetti più svantaggiati come il Reddito di cittadinanza, fiore all’occhiello del Movimento. Per molti percettori è tempo di rinnovo ma il problema lavoro rimane lo stesso…
“Il Reddito di cittadinanza, insieme al reddito di emergenza, è una misura importantissima per contrastare la povertà. Quasi tre milioni di cittadini italiani usufruiscono del reddito ed è una forma di aiuto al sostegno della dignità di chi vive in condizioni di svantaggio. Strumento fondamentale istituito da questo governo che mancava solo all’Italia. Vorrei capire l’interesse di chi sparla del rdc, poiché quando si decide di fare politica è importante pensare al benessere della popolazione e di chi sta peggio, anche se in questo momento storico nell’attuale panorama politico di normalità c’è davvero poco. L’occupazione con questa crisi sociale e sanitaria è un problema molto importante da non sottovalutare e presto saranno adottate nuove modalità per migliorare e risolvere il problema lavoro”.
Uno degli ultimi scandali dell’Ars è stato sicuramente l’aumento, in una fase di semi lockdown, delle pensioni dei deputati calcolati anche sulla diaria ovvero sul rimborso spese
“Si dovrebbe pensare che risparmiando i costi della politica si possono aiutare i cittadini siciliani e non arricchire solamente le tasche dei politici per mestiere come nel caso dell’aumento delle pensioni e della buonuscita. Noi del Movimento non abbiamo aderito, perché in questa fase di pandemia è importante dare un segnale ai cittadini siciliani facendo capire chi veramente è dalla loro parte”.
L’imminente scenario che si prospetta per la Sicilia non è roseo. Cosa vorrebbe dire al presidente Musumeci?
“Credo che a prescindere delle bandiere politiche è necessario cooperare. Noi come Movimento siamo ben disposti a collaborare e lavorare per la Sicilia. Faccio un appello al presidente Musumeci, affinché si possano gettare i semi per ridare un futuro dignitoso e più certo ai siciliani altrimenti si continuerà a vivere e vedere lo stesso scenario con giovani che se ne vanno via e paesi che si spopolano”.

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