La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Commissariato di Comiso – lo scorso mese aveva portato a termine l’operazione “Alta Tensione 2”. Durante il blitz erano stati catturati ben 8 soggetti tutti rumeni ad eccezione di un italiano di Comiso. Alla cattura erano sfuggiti Apostol Elvis Vasilica nato in Romania il 27.11.1995 e Zlatea Ioan Georgel nato in Romania il 15.09.1989, soggetti che in qualità di capi e promotori dell’associazione avevano molta paura, sentendo il fiato sul collo della Polizia, pertanto si erano dati alla fuga. Entrambi si erano recati in Romania per paura di essere arrestati ma non avevano fatto i conti con la tenacia degli investigatori.

Apostol Elvis Vasilica
Apostol Elvis Vasilica

La Polizia di Stato aveva avuto contezza, ancora prima di aver ricevuto gli ordini di cattura, che i due erano fuggiti all’estero per poi nascondersi in Romania, pertanto veniva subito chiesto alla Procura della Repubblica di Ragusa di estendere il mandato di cattura in ambito internazionale. Una volta ottenuta l’estensione in ambito internazionale, la Squadra Mobile di Ragusa prendeva contatti con il Servizio di Cooperazione Forze di Polizia che creava un canale diretto con la Polizia rumena.

Zlatea Ioan Georgel
Zlatea Ioan Georgel

Dallo scambio di informazioni in possesso alla Polizia italiana, gli investigatori rumeni in poco più di un mese hanno scovato i due latitanti catturandoli e conducendoli in carcere in Romania, in attesa della loro estradizione a favore dell’Italia dove verranno giudicati per il reato di associazione a delinquere finalizzata ai furti di rame, in special modo quello destinato all’erogazione di energia elettrica su impianti Enel spa.

Si ricorda che l’operazione che li vedeva destinatari del mandato di cattura è stata portata a termine a distanza di pochi mesi dall’altra operazione denominata sempre “Alta Tensione”, che aveva permesso agli investigatori, di porre fine agli ingenti danni economici creati dai criminali.

Le due associazioni non avevano nulla in comune, a parte la nazionalità rumena dei membri del sodalizio (in questo caso arricchito anche dalla presenza di alcuni italiani, prevalentemente ricettatori di rame e gasolio).

Gli investigatori avevano iniziato quasi contemporaneamente le indagini su due gruppi criminali operanti in provincia di Ragusa, individuando i depositi di rame rubato anche fuori provincia.

L’Enel era l’azienda che subiva più danni rispetto alle altre che comunque a cascata non riuscivano ad avere l’energia elettrica per mandare avanti gli impianti di produzione.

La Polizia di Stato, con gli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di Comiso, ha lavorato per ben 8 mesi con una attenta attività di indagine volta ad acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dell’organizzazione criminale sgominata, che aveva come capi e promotori proprio Apostol e Zlatea.

Le indagini hanno permesso di accertare che i soggetti, tutti di etnia rumena con la partecipazione di qualche italiano ricettatore, pianificavano attentamente i furti effettuando precisi sopralluoghi delle zone ove agire; l’interesse principale era dedicato alle campate dell’alta tensione (definite in linguaggio criptico, secondo quanto emerso nelle intercettazioni, “alberi da tagliare”) e l’occhio esperto dell’addetto al taglio era in grado di definire con un rapido accertamento se si trattava di rame ovvero di alluminio (elemento quest’ultimo utilizzato dal gestore dell’energia elettrica in sostituzione dei cavi di rame oggetto di furti).

La pianificazione del furto da effettuare avveniva presso diversi luoghi di ritrovo degli associati, da loro cambiati frequentemente per non permettere alla Polizia di essere scoperti.

Erano anche previsti dei piani di fuga e, quando i ladri presumevano di aver visto movimenti sospetti o di POLIZIA, provvedevano a rimanere sul posto fino a cessato pericolo, anche per una notte intera.

Durante le indagini svolte dagli uomini della POLIZIA DI STATO, esperite con attività tecniche, ma anche

con i tradizionali appostamenti, sono stati riscontrati, accertati e verificati ben 15 furti di cavi rame ENEL (per un totale di 5000 chili di rame rinvenuto e sequestrato), tutti commessi tra luglio a novembre 2014; 4 i reati di ricettazione contestati, 3 furti di nuove autovetture ai danni di un concessionario, decine di mezzi agricoli e strumenti per la lavorazione della terra, attrezzi per carpenteria, migliaia di litri di gasolio, decine di animali uccisi e macellati per commettere il furto delle carni, 5 furti in abitazione, migliaia metri di cavi elettrici di proprietà di diverse aziende agricole della provincia di Ragusa.

Inoltre diversi i furti sventati ai danni delle aziende agricole e zootecniche, difatti grazie all’attività d’indagine è stato possibile scongiurare tanti furti con specifici controlli preventivi sugli odierni arrestati. In alcuni casi sono state prese di mira anche abitazioni private che la Polizia di Stato ha protetto per scongiurare il pericolo.

Il danno che è stato lamentato da parte dell’Enel nelle denunce presentate è stato stimato in diversi milioni di euro, solo per i furti che sono stati riscontrati a dispetto di decine di migliaia di euro di guadagno per l’associazione criminale oggi disarticolata. L’Enel al fine di creare meno disagi possibili ai clienti che indirettamente hanno subito ingenti danni, ha speso ogni risorsa per ripristinare quanto fatto dai sodali dell’associazione, riuscendo in breve tempo ad alleviare le pene degli imprenditori iblei ed utenti privati.

“La Polizia di Stato dopo ogni operazione di cattura, quando non riesce a raggiungere tutti gli obiettivi destinatari del mandato, spende ogni energia al fine di catturare i latitanti”.

Di admin

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