All’inizio di gennaio è entrato in vigore il nuovo metodo per calcolare l’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente) e l’ISPE (Indicatore della situazione patrimoniale equivalente) varato dal Governo Renzi.
Con il nuovo ISEE/ISPE le proprietà hanno un peso maggiore rispetto al passato, in quanto ai fini del calcolo viene utilizzato il valore IMU e non più quello ICI, con aumento medio del 60%; eventuali redditi di fratelli e sorelle, prima conteggiati al 50% per calcolare la situazione economica del nucleo familiare, sono adesso considerati per intero; le borse di studio ottenute nell’anno precedente vengono conteggiate per il calcolo del reddito complessivo dello studente.
“Con il nuovo ISEE – spiega Alessio Grancagnolo del Collettivo Universitario Catanese – c’è stato un calo vertiginoso delle domande agli Enti Regionali per le borse di studio, in quanto i limiti di reddito per presentarle sono rimasti gli stessi degli anni scorsi. Improvvisamente siamo diventati tutti più ricchi, senza saperlo”.
“Queste misure del Governo – continua – si inseriscono a pieno titolo in un disegno politico complessivo che vuole rendere l’accesso all’istruzione universitaria sempre più difficile agli studenti in difficoltà economiche. Il diritto allo studio rischia di diventare un lusso per pochi. L’accesso al sapere universitario sempre più elitario ed escludente. Da anni lottiamo per un sistema di welfare universale per gli studenti e un’Università realmente inclusiva, pubblica e accessibile a tutti”.
“Con questa petizione – conclude – noi studenti dell’Università di Catania chiediamo al Presidente dell’ERSU di Catania di aprire un tavolo tecnico con gli studenti prendendo esempio da esperienze positive che sono state sperimentate in altre parti d’Italia, come nella provincia Toscana dove, a seguito di un tavolo tecnico tra gli studenti, la Regione e l’Ente Regionale per il diritto allo studio, è stato emanato un bando per le “borse dei servizi” che di fatto vanno a coprire con delle borse di studio una parte di coloro che sono rimasti esclusi con il nuovo ISEE“.