CATANIA – Una nuova problematica si abbatte sulla tradizione e sulla secolare storia della Marionettistica dei Fratelli Napoli, pupari catanesi giunti alla quinta generazione. I Napoli rischiano di dover operare nuovamente con grande difficoltà. Dopo la dolorosa perdita del Teatro Stabile delle Ciminiere e il complicato rapporto con Vecchia Dogana ed essere stati generosamente accolti nel marzo 2015 dalla direzione del “Centro Commerciale Le Porte di Catania”, la quale ha messo a disposizione ampi spazi espositivi per accogliere i pupi storici, gli antichi fondali e gran parte del materiale, che in quasi cento anni di attività ininterrotta, hanno formato e costituito passo dopo passo la storia dei Napoli, riconosciuta nel 2001 dall’Unesco, nell’ambito della tradizione dell’Opera dei Pupi, Patrimonio Immateriale dell’Umanità, la Compagnia di pupari è di nuovo in cerca di una fissa dimora. “Ringrazieremo sempre “Le Porte di Catania” per aver dato in un momento così delicato una casa ai nostri pupi, offrendo una collocazione temporanea alla tradizione- spiega Fiorenzo Napoli direttore artistico della Marionettistica– e capiamo la necessità logistica del nuovo direttore Pasquale Barbaro di averci gentilmente informato di una prossima commercializzazione degli spazi che attualmente ospitano il Teatro – Museo”. In base a quanto diffuso in rete in questi giorni aggiunge: “Siamo consci del grande supporto logistico, dei benefici avuti nell’essere stati ospiti della struttura c chiediamo a gran voce alle Istituzioni e agli organi competenti di riottenere il Teatro delle Ciminiere e uno spazio museale apposito che possa accogliere la storia e la tradizione dei Pupi della nostra città, patrimonio artistico della famiglia Napoli condiviso da tutti coloro che si spendono quotidianamente per la cultura”.

Su quanto scritto su La Sicilia del 14 giugno 2016 la famiglia dei pupari risponde così: “Ci auspichiamo che le promesse del Comune di Catania diffuse sul più importante quotidiano locale ci portino al traguardo definitivo, perché il pericolo che tutto finisca è veramente reale. Non vogliamo e non possiamo pensare che si avveri una Roncisvalle di pupi e pupari”. 

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