NICOLOSI – Il dolore della distruzione e il fascino della ricostruzione, la memoria che diventa futuro, l’uomo alleato della natura. Luoghi che si uniscono attraverso il ponte ideale dell’arte: il Belice come l’Etna. Sono stati questi i temi trattati nell’incontro tra il sindaco di Nicolosi, Angelo Pulvirenti, il direttore della Fondazione Orestiadi di Gibellina, Enzo Fiammetta, e la presidente dell’associazione culturale Basaltika che ha promosso il progetto “Etna: memoria, valorizzazione e documentazione”, in collaborazione con enti e istituzioni siciliane, come il Parco dell’Etna, e statunitensi. Un incontro operativo per passare, nella prossima primavera, alla fase 2, con la realizzazione di opere sul vulcano, un progetto che vedrà per la prima volta la Fondazione Orestiadi impegnata nella parte orientale dell’isola.
“Ringraziamo l’associazione culturale Basaltika per aver avviato un progetto che parla di memoria e arte in territori così diversi, ma concettualmente vicini al valore della storia dell’ambiente e alle sue evoluzioni”, ha dichiarato il professore Enzo Fiammetta. ”Siamo certi di potere sviluppare insieme, di concerto con all’Amministrazione comunale di Nicolosi, grazie alla disponibilità del sindaco, un progetto artistico che approfondisca attraverso l’ arte la memoria e l’identità di un territorio così ricco di stimoli ed energia”, ha sottolineato Oriana Tabacco, presidente di Basaltika. “Innescare nuove energie, stimolare nuove ricerche nel valore del territorio come luogo di memoria antropologica, il dolore della natura, le calamità che nei secoli hanno distrutto cancellato e devastato questi territori, Catania con l’eruzione del 1693 e Gibellina con il terremoto della valle del Belice 1968. La storia ha plasmato i luoghi, il pensiero alto – ha concluso Tabacco – l’arte ha dato vita nuova diventando custode di memoria e odori arcani”.
Per il sindaco Angelo Pulvirenti “un progetto artistico così ampio ha il pieno sostegno del Comune di Nicolosi che così può esportare oltre i confini regionali e nazionali il proprio rapporto ultra secolare con l’Etna, che costituisce uno dei caratteri dominanti dell’identità stessa della comunità”.