In occasione della Giornata Internazionale della Fratellanza Umana, celebrata il 6 marzo, l’Arcidiocesi di Catania ha ospitato un significativo convegno dedicato al tema della fratellanza, della pace e del dialogo interreligioso. L’evento, moderato da Emiliano Abramo, della Comunità di Sant’Egidio, ha visto la partecipazione di illustri relatori tra cui l’Arcivescovo di Catania, Monsignor Luigi Renna, l’Imam di Catania e Presidente della Comunità Islamica di Sicilia, Kheit Abdelhafid, la Prorettrice dell’Università di Catania, Professoressa Francesca Longo, la Presidente nazionale dell’Associazione Italiana dei Maestri Cattolici, Professoressa Esther Flocco, e il Segretario generale dell’Organizzazione Mondiale degli insegnanti cattolici, Giuseppe Desideri. Questo incontro ha rappresentato un momento di profonda riflessione e un appello concreto alla costruzione della pace.

Al convegno erano presenti diverse classi degli istituti scolastici Ettore Majorana e Boggio Lera, nonché una rappresentanza di studenti di religione musulmana.

Nei saluti iniziali il Magnifico Rettore dell’Università, Francesco Priolo, ha affermato: «l’Università ha la responsabilità non solo di formare studenti e studentesse per un futuro lavoro, ma di far crescere cittadini e cittadine responsabili e partecipanti allo sviluppo armonico del territorio. Ciò implica esserci; esserci nei confronti di tutti e di tutte; partecipando con azioni concrete alla fratellanza».

Un focus centrale del convegno è stato il Documento sulla Fratellanza Umana, firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019 da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb. L’Imam Kheit Abdelhafid ha evidenziato come questo documento rappresenti «anzitutto una testimonianza di speranza, in un modo dilaniato dalle guerre», trovando radici profonde nella storia dell’Islam, a partire dalla Carta di Medina. Quest’ultima, redatta dal Profeta Muhammad nel 622 d.C., stabiliva un patto di convivenza pacifica tra diverse comunità religiose, garantendo libertà.

La professoressa Francesca Longo, docente di Relazioni internazionali, ha discusso il ruolo cruciale del dialogo interreligioso come «elemento di diplomazia non governativa nell’ambito dei conflitti». Ha spiegato come, nonostante la religione sia spesso percepita come causa di conflitto, le associazioni religiose possono invece rappresentare un elemento di pacificazione e inclusione. Il dialogo interreligioso è strategico per comprendere e affrontare i conflitti, partendo dal riconoscimento del pluralismo sociale e dalla volontà di conoscere l’altro per trovare un terreno comune. Come ha sottolineato la professoressa Longo, «tutti i dialoghi, anche quello interreligioso, partono innanzitutto dal riconoscimento di una società globale pluralista».

L’arcivescovo Luigi Renna ha sottolineato come, nonostante le differenze teologiche, le religioni cristiana e musulmana condividano «La fede, l’adorazione dell’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente», richiamando figure come Abramo, la stima per Gesù e la sincera devozione alla Vergine Maria presenti anche nell’Islam. Ha inoltre espresso una ferma condanna del fondamentalismo, definendolo espressione di ignoranza e un ostacolo al riconoscimento del volto fraterno dell’altro. «La cosa peggiore che possa capitare ad una persona è essere fondamentalista, e dimenticare il volto fraterno dell’altro».

L’importanza dell’educazione alla pace e del dialogo come ascolto

La Professoressa Esther Flocco ha posto l’accento sul ruolo fondamentale della scuola e degli educatori nel promuovere la pace, non come disciplina a sé stante, ma come pratica quotidiana basata sul rispetto e sulla valorizzazione dell’altro. Giuseppe Desideri ha rimarcato come il dialogo, in un momento storico complesso, debba essere «un elemento quasi scontato, naturale, normale nelle relazioni a soggetti tra organismi, tra Stati», sottolineando che dialogare significa ascoltare e conoscere l’altro, superando pregiudizi e costruendo un futuro migliore basato sul rispetto. Come ha evidenziato Monsignor Renna, riprendendo le parole di Papa Francesco, «Il dialogo è anche ascolto profondo».

Il convegno si è concluso con un rinnovato appello alla fratellanza universale, come espresso nel Documento di Abu Dhabi. Come recita il testo stesso: «La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e amare». L’auspicio è che iniziative come questa contribuiscano a diffondere una cultura di pace e dialogo, superando le divisioni e costruendo un futuro di dignità e libertà per tutti.

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