goccedirubinoChe l’Italia sia un paese “particolare” è cosa nota, che quel che avviene nei posti di  “potere” sia incomprensibile ai più è altrettanto noto, ma in certi casi si va ben oltre il paradosso. Che un attempato ragioniere che dopo una lunga militanza politica pensi di candidarsi ad un’alta carica sportiva è normalissimo, ma se questo personaggio durante la “campagna elettorale” si lascia scappare, in un discorso pubblico, una frase ingiuriosa nei confronti degli atleti extracomunitari, e avendo, a causa della frase, sulla testa la spada di Damocle di un procedimento di un organo internazionale, nonostante tutto ciò è eletto ugualmente, credo si possa dire che accade in Italia ed in pochi altri paesi al mondo.
Che due militari, nell’esercizio delle loro funzioni, incappino in un incidente, dolorosissimo perché due pescatori sono rimasti uccisi, ma per questo restino per anni in attesa di processo in uno stato straniero, senza che, nonostante gli alti proclami e gli impegni solenni, nessuno dei governi via via succedutisi (ben quattro governi se non erro) sia riuscito a riportarli a casa. I commentatori più avvezzi alla politica internazionale, sostengono che le origini italiane di una importante politica indiana, abbiano costituito un ostacolo non indifferente nella vicenda, io mi permetto di affermare che ad influire sia stato soprattutto lo scarso credito internazionale della politica italiana, la sua irrilevanza.
Io non riesco poi a spiegarmi come possa accadere che un esponente politico, e non un “peone” qualunque (il termine peone non è mio) ma uno di rilievo, che ricopre una carica importante in una commissione di vigilanza, possa ripetutamente prendere le difese, sostenerne la causa, di spietati assassini che per “hobby” tagliano le teste di inermi prigionieri: ebbene non solo questo politico non subisce alcun provvedimento, a parte le consuete parole di indignazione e protesta di alcuni colleghi di altri partiti, ma continua in altre occasioni a “sostenere” quei sanguinari assassini. Mi piacerebbe sentire il parere di chi lo ha votato.
Infine vorrei concludere con lo spettacolo offerto dal presidente Renzi e dai suoi avversari. Precisiamo, gli avversari del presidente del consiglio in carica, i suoi acerrimi nemici, i più pericolosi, non sono in forza Italia (o quel che ne resta), non è Salvini e la sua canea separatista, intollerante e razzista, non è Vendola alle prese con divisioni interne che ne indeboliscono la posizione. Non è certamente Alfano che sa di poter “contare” solo rimanendo in questa coalizione.
Renzi i suoi nemici li ha all’interno del partito di cui è segretario (e la doppia carica è una delle cose che non va giù ai suoi avversari), li ha nel sindacato storicamente vicino al PCI prima ed al PD adesso, li ha nel giornale-partito finora stampella della sinistra; ecco probabilmente il vero nemico, il vero problema di Renzi è proprio questo, non è o non gli viene riconosciuto di essere “di sinistra”, gli viene rimproverato il non odio del e verso il cavaliere, e questo per alcuni è peccato mortale.
Giuseppe Rubino

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