I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno concluso nei
giorni scorsi alcuni interventi su tutta la provincia etnea a contrasto del fenomeno del
lavoro sommerso, dell’evasione contributiva, previdenziale e assistenziale. Sono stati
eseguiti complessivamente 23 controlli, di cui 18 con esito irregolare, che hanno portato
alla scoperta di 38 lavoratori completamente in nero e 6 irregolari.
Nell’ambito delle quotidiane attività di controllo economico del territorio condotte da tutti i
reparti della Guardia di Finanza catanese, sono state intensificate le ispezioni volte a
tutelare il corretto impiego dei lavoratori dipendenti.
Gli accertamenti hanno riguardato diverse categorie economiche, prevalentemente bar e
ristoranti, ma anche negozi di abbigliamento e studi di professionisti. Sono stati così
sanzionati per l’illecito impiego di personale in nero 18 dei 23 datori di lavoro controllati.
I casi più significativi: una cittadina cinese, titolare di un negozio di abbigliamento in
Catania, che impiegava completamente in nero 6 connazionali, mentre altri 2, pur con una
forma di contratto stipulata, svolgevano prestazioni orarie nettamente superiori a quanto
pattuito; un dottore commercialista del calatino che conduceva la propria attività
avvalendosi dei suoi unici 4 dipendenti mai correttamente assunti; un salone di
parrucchiere con tutti e tre gli addetti senza alcun contratto.
Ancora, in un controllo presso un ristorante del capoluogo è stato sorpreso a lavorare in
nero un cuoco catanese, regolarmente assunto in un altro esercizio di ristorazione.
All’esito dei riscontri, però, oltre a sanzionare il datore di lavoro, è stato denunciato per
truffa ai danni dell’INPS lo stesso dipendente infedele, risultato formalmente a riposo per
malattia, con indennità a carico dell’ente previdenziale.
Sono state così segnalate ai competenti uffici violazioni in materia di legislazione sociale
per sanzioni amministrative complessive che vanno da un minimo di 150.000 euro a un
massimo di 600.000 euro, nonché, nei casi di impiego di manodopera irregolare in misura
superiore al 20% del personale complessivamente dipendente, sono state inoltrate alla
Direzione Provinciale del Lavoro apposite segnalazioni per l’adozione delle misure di
chiusura temporanea dell’attività.
Le attività svolte rientrano nell’obiettivo della Guardia di Finanza di tutelare le aziende
sane che operano correttamente sul mercato e sono poste in pericolo da chi agisce
nell’illegalità e sfrutta mano d’opera in nero, a cui non viene riconosciuto alcun diritto né
lavorativo né previdenziale.