Egregio Direttore,
spiace dire: “l’avevo previsto”. Altro che Covid-19! Qui, siamo ad un passo dall’abisso! Mi riferisco naturalmente all’economia di questo disastrato Paese, ormai in stato comatoso per gli effetti del “lock down” di oltre due mesi.
Mentre si continua a sottovalutare il problema, chi vive, come il sottoscritto il difficile mondo dell’impresa in Italia, è consapevole dell’estrema gravità della situazione.
Ancora parte del Paese è chiuso (si calcola circa il 30% degli esercizi commerciali), l’altra parte annaspa:  bisogna accelerare con i prestiti garantiti.
Chi come me opera anche in sinergia con l’associazione Unes, non vive solo di protesta, ma propone soluzioni concrete.
Che fare, allora? Lo abbiamo detto anche in conferenza stampa: bisogna semplificare gli adempimenti, in modo che le banche possano fare fluire denaro nel circuito economico, occorre procedere alla ristrutturazione del debito totale, con un abbattimento dello stesso e nello stesso tempo lo Stato deve sostenere l’impresa, garantendo il pagamento dei contributi previdenziali. Parrebbe che la Politica voglia recepire alcune di queste proposte: ne siamo lieti.
L’imprenditore, quindi, non vuole speculare, come qualcuno malignamente insinua, ma vorrebbe che aumentasse l’occupazione: del resto, tutti ci guadagnerebbero, perchè maggiore lavoro, significa maggiori consumi e maggiori entrate fiscali per lo Stato. Non è una novità nella Storia: la grande depressione della fine degli anni Venti fu superata da un nuovo ruolo del pubblico, il “New Deal” del Presidente Usa Roosevelt, che riprendeva le teorie economiche di Keynes.
Insomma, si propone una rottamazione da pagare con un quinto del reddito personale o di azienda, naturalmente eliminando sanzioni e interessi e defalcando una parte delle perdite d’impresa. Ancora: la ristrutturazione dei debiti bancari al 40% dei cosiddetti deteriorati anche in questo caso con un quinto del reddito personale o di impresa.
Si potrebbe ipotizzare anche in un sola rata, così il governo incasserebbe un centinaio di miliardi di euro pressoché immediatamente.
Questo si può fare con un fondo di garanzia dello Stato a favore delle banche.
Va ricordato che i crediti deteriorati vengono ceduti dalle banche a un tasso che varia dal 10 al 18% a seconda che si tratti di mutuo chirografario o ipotecario.
Terzo bisogna avviare un campagna di rottamazione dalle auto vecchie alle “dentiere”.
Nel complesso di cosa si tratta? Lo definirei nuovo patto sociale tra governo, finanza, italiani.
Non parlo di parti sociali perché i sindacati parlano solo del lavoratore, dimenticando la variabile lavoro e chi dà lavoro.
Confindustria,poi, non vede al di sotto dei 50 dipendenti, Confcommercio e altre sigle non hanno dimostrato di avere una proposta credibile.
Il tempo è già scaduto: se non si agisce, “moriamo” tutti. Insomma, parafrasando il Governo, “non andrà tutto bene”.

Grazie per l’Attenzione
Dott. Giovanni Mangano

Di admin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »