Cosa ci aspetta dopo la pandemia? Sui nuovi scenari in Italia e in particolare in Sicilia, la Cidec, grazie all’impegno di Gaetano Santoro e Nino Giampiccolo, rispettivamente vicario del Presidente e Presidente dell’associazione di categoria dei commercianti esercenti, ha organizzato il convegno “Nuova economia post globalismo”, tenutosi oggi alla Camera di Commercio di Catania.
Qualificati e prestigiosi i relatori dell’incontro, che si è aperto con il saluti del sindaco Salvo Pogliese che ha sottolineato la positiva performance della città in tema di turismo croceristico con i suoi riflessi turistici. A seguire è intervenuta, in collegamento via internet, la senatrice Tiziana Drago del M5s che ha parlato della condizione generale del nostro Paese nel contesto della ripresa, evidenziando l’azione complessiva del governo Conte.
Sul tema “scelte monetarie ed opportunità” hanno articolato i loro interventi Pietro Agen, Presidente della Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia, gli economisti Nino Galloni e Antonio Piraino e Pino Alizzio, Presidente nazionale di ConfEuropa Imprese Italia, il quale si è soffermato sulle opportunità del turismo e l’esigenza di destagionalizzare. Da parte del Presidente Agen si è insistito, anche ricorrendo ad esempi tratti dalla cronaca, sulla scelta di un “privato in cui lo Stato svolga il ruolo di controllore” delle attività, mentre dai prof. Galloni e Piraino si sono messe in evidenza le insufficienze del paradigma economico dominante e l’urgenza di trovare soluzioni innovative, in nome della delocalizzazione e del contrasto della concentrazione. Insomma, una funzione innovativa dell’intervento pubblico, che superi le tante contraddizioni dell’economia lasciata senza adeguati controlli e interventi sociali di riequilibrio. Un’esigenza di maggiore giustizia economica che è riecheggiata anche in alcuni interventi dal pubblico, come quello dell’arch. Erasmo Vecchio in tema di grande distribuzione. Cosa fare allora in Sicilia? Recuperare le specificità della nostra terra, a cominciare dal patrimonio culturale e agricolo, come evidenziato da Beppe De Sancits, esperto di politiche di sviluppo territoriale, che ha ribadito più volte l’esigenza di valorizzare il brand “Mediterraneo” come specificità della nostra terra. E sulla ruralità e la biodiversità è stato il leitv motiv delle parole di Giuseppe Li Rosi dell’associazione “Simenza”,alla luce del varo da parte del CIPE del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) che ricadra su circa 100 comuni della Sicilia .
Tema importante del convegno è stato anche quello legato alla legalità nel suo confronto con il mondo globalizzato. Sull’argomento è intervenuto, in videoconferenza, l’avv. Antonio Ingroia che da uomo di legge ha spiegato il rapporto controverso fra mercati e controllo di legalità, mettendone in luce luci e limiti sia da parte delle organizzazioni mafiose oltre che della Burocrazia,
In conclusione, dagli organizzatori si è affermato che l’appuntamento di oggi segna un primo passo nel solco della definizione di una piattaforma di proposte e di interventi per il rilancio dell’economia in Sicilia.