Di Monica Colaianni – “Violenza ai tempi nostri”, questo il titolo del convegno che si è tenuto domenica scorsa presso le Ciminiere di Catania e organizzato dall’”Associazione le forze delle donne”. Relatori l’On. Anthony Barbagallo, componente della Commissione bicamerale d’inchiesta femminicidi, il dott. Riccardo Castro Presidente del 118 Sicilia, l’avv. Giovanna Li Causi,legale Anta ONLUS, la Dott.ssa Martina Giustolisi referente regionale ass. Epilessia, il Maresciallo maggiore Barbara Culotta, Dott. Cinzia Calabrese responsabile regione Sicilia Anta ONLUS, Irene Laura Catalano, responsabile ass. “La forza delle donne”, l’Avv. Viviana Antonella Grasso, tutore minorile. A moderare l’incontro la dott.ssa Enza Zappalà mediatore familiare.
Un tema, quello della violenza, affrontato dai relatori in tutte le sue sfacettature: violenza sulle donne, bullismo nelle scuole, violenza sugli uomini, violenza sugli animali.
L’On. Barbagallo ha messo in evidenza come i casi di violenza, specie nella nostra Regione, siano aumentati soprattutto a causa di un contesto sociale indebolito e come, soprattutto dopo la pandemia, la situazione si sia aggravata con la perdita di posti di lavoro soprattutto di giovani e di donne. In questo contesto gli atti di violenza sono quasi all’odine del giorno, Certamente questi sono fatti su cui dover riflettere “, dice l’On. Barbagallo.
“Bisogna avviare un confronto che sia qualificato con interlocutori competenti. Si è discusso molto – continua – anche dopo una serie di fatti eclatanti, dell’attività di repressione. Personalmente credo che il rimedio non è soltanto quello repressivo che certamente ha una rilevanza ma c’è anche un aspetto che riguarda la prevenzione; bisogna intervenire in tempo ed avere non soltanto il coraggio di denunciare ma costruire un modello di stato sociale. Dobbiamo mettere la donna nelle condizioni di affrontare i momenti di difficoltà, di crisi familiare, di crisi nell’ambito lavorativo”.
L’Onorevole Barbagallo ha messo in evidenza come le istituzioni abbaino il compito, non solo di studiare il fenomeno, ma anche di creare tutte le condizioni istituzionali in vari settori per combattere il fenomeno. “La Commissione Parlamentare d’Inchiesta – conclude Barbagallo – rappresenta un momento conoscitivo di questi fenomeni per poi approfondirli. Gli strumenti a disposizione della Commissione Parlamentare d’Inchiesta spesso possono essere anche meno penetranti e invadenti rispetto a quelli di Polizia Giudiziaria ma certamente possono avere una capacità di approfondimento e una capacità di analisi superiore ed è quello che la storia ci tramanda a proposito di alcune Commissioni che, dopo tanti anni rispetto alle indagini della Polizia Giudiziarie, sono riuscite a soffermarsi e a valorizzare alcuni lati oscuri di fatti molto noti che invece erano rimasti in ombra nella parte Giudiziaria. Motivo per cui credo cha la Commissione Parlamentare d’Inchiesta vada utilizzata proprio nell’attività conoscitiva e anche nell’attività di analisi ovviamente anche nell’articolazione delle proposte”.
Il dott. Riccardo Castro, si è soffermato sugli interventi del 118 in casi di violenza mettendo in evidenza anche le violenze subite da giovanissime sottoposte a pratiche di tipo religiose come ad esempio l’infibulazione, una pratica che mortifica la donna oltre a provocare danni psicologici e fisici.
“La sensibilizzazione su queste tematiche non basta mai – dice Castro – ad Acireale infatti abbiamo portato avanti diverse iniziative inerenti proprio alla mutilazione genitale femminile. Bisogna dire per prima cosa che la mutilazione genitale femminile è una pratica che ancora oggi è molto presente; oltre tre milioni di donne vengono infibulate, soprattutto nell’Africa Sud Sahariana, ma anche circa 600.000 in Europa, subiscono questa barbaria. Questa pratica comporta disturbi urinari, della riproduzione femminile, della sessualità. Un fenomeno che oggi viene riconosciuto come violenza dei diritti umani”.
La dottoressa Vera Torrisi, pedagogista, ha letto una lirica dedicata proprio al tema sulla violenza sulle donne; una lirica che racconta la storia realmente vissuta da una bambina, ormai divenuta adulta, che ha assistito alla morte della madre, una donna che ha vissuto un’infanzia traumatica e che da adulta non riesce a crearsi una famiglia, ad avere dei figli, bloccata dal punto di vista psicologico per il grave trauma subito.
La Dott.ssa Martina Giustolisi, in qualità di referente regionale dell’ Ass. Epilessia, ha messo in evidenza come la violenza non è solo fisica ma anche psicologica, “la violenza viene perpetrata – dice – a livello lavorativo, scolastico sociale. Una violenza subdola poiché non è solo fisica, non lascia delle tracce che possiamo vedere materialmente e fisicamente, ma sono delle ferite molto più profonde che non dobbiamo sottovalutare”.
La dott.ssa Giustolisi, parlando del bullismo, ha sottolineato come ragazzi bullizzati sin da piccoli, quindi quando ancora non hanno ben strutturato una loro personalità e una loro fisicità, non riescono a reagire . “Questi ragazzi – dice la Giustolisi – come anche gli adulti, portano con sé tutta una serie di manifestazioni psicofisiologiche, partendo da un classico mal di pancia fino ad arrivare a conseguenze molto più gravi dei disturbi alimentari, disturbi del sonno, a livello psicologico si possono sviluppare disturbi comportamentali, inoltre possono manifestare tutta una serie di alterazioni nello sviluppo psicologico”.
“Oggi ci chiediamo perché c’è tanta violenza e di diverso tipo e su diversi soggetti. – concludere la dott.ssa Giustolisi – La spiegazione che noi psicologi ci diamo è che potrebbe esserci una correlazione tra il patrimonio genetico e i geni che potremmo dire della violenza, ma anche dei fattori ambientali che possono incidere sullo sviluppo del soggetto quindi l’ambito sociale e familiare”
L’Avvocato Grasso in qualità di Tutore minorile e insegnate ha esaminato il fenomeno di bullismo in ambito scolastico, “negli Istituti scolastici – dice – sono stati istituiti dei teams antibullismo; un’istituzione questa molto importante perché, innanzitutto, le famiglie non sempre hanno contezza di quello che avviene all’interno del complesso scolastico, per un duplice motivo sia perché non tutte le famiglie sono parimenti attente, quindi delegano all’istituzione scolastica il ruolo di formatori, incuranti di quello che è l’aspetto anche psicologico del benessere del proprio un figlio, inoltre perché la prospettiva del genitore è diversa da quella dell’insegnante. Questi teams antibullismo sono particolarmente importanti perché permettono di cogliere dei campanelli d’allarme. Ancora c’è molto da fare perché non sempre tutte le situazioni vengono prese in tempo, nel senso che questi comportamenti sono ripetuti e soltanto quando diventano allarmanti o quando scaturiscono delle vere e proprie violenze, delle aggressioni scatta effettivamente il campanello d’allarme. È importante svolgere un’attività di formazione sia per il personale docente, sia per i genitori, che non sono parte terza ma devono essere parte principale della problematica, e anche per i ragazzi perché è importante che sappiano di avere dei punti di riferimento”.
L’Istat mette in evidenza come nell’anno scolastico 2021, il 22,3% degli studenti delle scuole superiori afferma di aver subito atti di bullismo in classe e l’ 8,4% di cyberbullismo, il 18 22% sostiene di avere assunto comportamenti di bullismo e violenza a scuola nei confronti dei compagni, inoltre il cyberbullismo è in forte crescita per la diffusione dei sistemi informatici che, ormai, sono alla portata di tutti anche dei più piccoli motivo per cui si teme che questi dati possano crescere ulteriormente perché i più piccoli hanno minore consapevolezza di ciò che gira e che può accadere su internet.
IL Maresciallo maggiore Barbara Culotta, raccontando la sua esperienza negli Istituti scolastici durante gli incontri sulla legalità, ha ribadito come nell’ultimo periodo la scuola è sempre più attenta a determinate dinamiche che avvengono all’interno di alcuni Istituti, soprattutto in quelli collocati in quartieri periferici. “Il bullismo è un fenomeno di aggressività adolescenziale – dice il Maresciallo maggiore Barbara Culotta – e come tale deve essere trattato, ma è anche direttamente proporzionale all’età dei ragazzi. Purtroppo ci sono anche nella scuola dell’infanzia comportamenti deviati e devianti che, secondo me, non sono spontanei da parte dei bambini stessi ma sono indotti purtroppo da noi adulti. Non è sbagliato dire che i bambini sono delle spugne che assorbono le informazioni e gli atteggiamenti, le relazioni e i comportamenti che vedono tra di noi adulti. Alla base del bullismo ci sono delle relazioni che non funzionano, ci sono delle violenze che possono essere verbali, fisiche e psicologiche”.
Il Maresciallo maggiore, inoltre, parlando dei diversi casi di violenza anche di quelli perpetuati dalle donne nei confronti degli uomini, ha spiegato quali siano i protocolli che scattano quando vi è la denuncia da parte di chi ha subito violenza e di tutte le misure che vengono prese per mettere in sicurezza la vittima.
L’avv. Giovanna Li Causi, legale Anta ONLUS si è soffermata sulla violenza a danno degli animali, un fenomeno che purtroppo oggi è in crescita. L’avvocato, nel suo intervento, ha portato l’esempio di casi abbastanza cruenti avvenuti a Catania e provincia è ha sottolineato anche il fatto che oggi la violenza a danno degli animali è stata inserita dal legislatore nel Codice Penale.
L’evento è stato patrocinato dalla Città Metropolitana e dell’Ordine degli Psicologi ed accreditato dall’Ordine degli Avvocati, per tutti gli avvocati presenti, infatti, sono stati previsti i crediti formativi.

 

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