CATANIA – Nella Cattedrale di Catania, in occasione del 188° anniversario della morte di Vincenzo Bellini, nei pressi del monumento funebre che accoglie le spoglie mortali del grande compositore, il Coro femminile del nostro Ente lirico etneo darà vita a un concerto di musiche sacre che prenderà l’abbrivio dal “Kyrie” della compositrice francese Cecile Chaminade, mentre di Wolfgang Amadeus Mozart saranno eseguite le due abbaglianti pagine “Alleluia” e “Ave Verum Corpus”. All’interno della performance verranno anche proposti il “Sanctus et Benedictus” di Luigi Bottazzo, l’esaltante “Agnus Dei” di Bob Chilcott tratto da A little Jazz Mass, poi sarà la volta di una delle pagine più struggenti e dolorose della musica sacra di tutti i tempi, “Quando Corpus Morietur”, pezzo conclusivo dello straordinario “Stabat Mater“ di Giovanni Battista Draghi detto Pergolesi, autore quest’ultimo, stante alla testimonianza di Francesco Florimo, molto caro al cuore di Vincenzo Bellini.
Di quest’ultimo è il brano finale “Come, ah come ogni cosa”, cavato dall’opera Beatrice di Tenda. In maniera insolita, il Cigno catanese è presente in questo concerto non con un brano di musica sacra, come sarebbe stata consuetudine aspettarsi, ma con un delicato intervento di un Coro di damigelle, tratto dal primo atto del penultimo melodramma belliniano, scritto due anni prima della prematura morte del musicista e che ebbe il suo debutto il 16 marzo 1833 al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Il coro femminile – che interviene dopo alcuni versi intonati dalla protagonista eponima, “Respiro io qui… Fra queste ombrose piante” – descrive mirabilmente gli accorati e sconfortati sentimenti che si agitano nell’animo della nobildonna, mentre l’intera scena si svolge nel Boschetto del Giardino Ducale, dove Beatrice giunge venendo fuori dalle camere interne del castello, con le damigelle che la seguono sottolineandone le emozioni.
Abbiamo voluto immaginare, certo con tanta fantasia e visionaria esaltazione emotiva, che i quattro versi che vorrebbero consolare l’infelice Beatrice siano stati quasi una premonizione del grande dono di bellezza e gloria che Vincenzo Bellini avrebbe offerto alla città natale, illuminandola e vivificandola con la sua straordinaria e originale creatività: “Come, ah come ogni cosa/il suo sorriso allegra, /a voi dolente ed egra, /rechi conforto ancora!” Il sorriso della musa belliniana con la sua travolgente fascinazione e con il suo profondo pathos non solo ha recato e recherà sempre conforto ma darà anche lustro imperituro alla città etnea, com’ebbe a profetizzare il poeta Mario Rapisardi in una significativa epigrafe del 1876, in occasione della traslazione delle ossa del musicista dal cimitero parigino del Père Lachaise al Duomo di Catania: “Questa Basilica, ove giacciono dimenticate le ossa di tanti re, diverrà famosa per la tomba di Vincenzo Bellini”.
Giovanni Pasqualino
Duomo, di Catania, sabato 23 settembre, ore 10,00, per il Bellini International Context:
Coro del Teatro Massimo Bellini di Catania
Luigi Petrozziello direttore
Cecile Chaminade
“Kyrie” dalla Messe pour 2 Voix Egales, Op. 167 N.1″
Wolfgang Amadeus Mozart
“Alleluia, K.165”
Wolfgang Amadeus Mozart
“Ave Verum Corpus, K.618”
Luigi Bottazzo
“Sanctus et Benedictus”
Bob Chilcott
“Agnus Dei”, da A little Jazz Mass
Giovambattista Pergolesi
“Quando Corpus morietur” da Stabat Mater in Fa minore
Vincenzo Bellini Bellini
“Come, ah come ogni cosa…” da Beatrice di Tenda
In collaborazione con Arcidiocesi e Teatro Massimo Bellini di Catania