Di Alessandro RussoCose sorprendenti accaddero alle nove della sera del tre ottobre scorso nell’atrio monumentale del palazzo dell’Inquisizione spagnola di Palermo. Meglio conosciuto come lo Foto 1, codesto edificio era un tempo un luogo di sofferenze e ingiustizie atroci.

Qualche giorno fa, quattro cantastorie di Trinacria sfidarono colà ogni convenzione e i loro virtuosismi poetici s’intrecciarono con le fascinazioni della saudade. Sul palco, tra lo slancio innovativo delle sperimentazioni del Fado portoghese, si sciolse la malinconia sicula della musiche dei saloni da barba e dei giocherelli dei fanciulli. Infine, poi, ascendenze del movimento tropicalista si mescolarono alle serenate al chiar di luna sotto il balcone dell’innamorata. La risultanza fu la fusione magistrale di un’unione eterogenea: un viaggio dentro un’intera gamma di oscillazioni acustiche. Sul filo impalpabile delle musiche del Mediterraneo mille note melodiose da una sponda all’altra rimbalzarono. Un uragano di emozioni, un senso di appartenenza integrale al globo terrestre.

Nel rispetto del cerimoniale e delle buone maniere, fece gli onori di casa Giuseppe Maurizio Piscopo, fisarmonica e voce della Compagnia popolare favarese mentre i compagni d’avventura al suo fianco stavano. Siffatti musicisti furono in grado di far rivivere le note che dal Paradiso parevano scendere. I loro nomi ? Peppe Calabrese, chitarra e voce, Mimmo Pontillo, strumenti a plettro e Paolo Alongi, chitarra.

Foto 3Dapprincipio, al numeroso pubblico venne spiegato il nesso tra il Fado, vera anima dei portoghesi, e le musiche struggenti e piene d’inquietudine dei nostri barbitonsori. Come ospiti d’onore, presto fecero capolino il duo Lavoisier e il quartetto dei Senhor Trinity, entrambi provenienti dal Portogallo. Conosciuti e apprezzati in tutta Europa, portarono essi in scena il Fado, suono e calore della loro terra, dichiarato patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Venne quindi il momento di ascoltar i canti solitari delle assolate campagne siciliane, quelli delle nenie e delle partenze dolorose verso le Americhe (tema del libro in uscita ‘Merica, Merica, viaggio verso un nuovo mondo’ Sciascia Editore Caltanissetta). Infine giunse l’ora delle serenate offerte ad avvenenti signorine dagli occhi scuri e dall’espressione intensa, quindi il quartetto siciliano propose le musiche dei vecchi saloni. Vuole la Storia che un tempo, questi luoghi fossero fucine di vocalizzi, salassi e ondeggiamenti sonori, mentre i mastri con addosso i lindi camici sembravano degli angeli. Ordunque, da un lato c’erano i canti della lontananza e l’espressione più autentica dello spirito lusitano, dall’altro le barberie di una volta dove il taglio dei capelli era una scusa per ritrovarsi al suono di chitarra e mandolino.

«Qualche anno fa, –mi confida oggi Maurizio Piscopo- ci siamo fermati a rappresentare lo spettacolo ‘Barberia’ con il grande attore Massimo Venturiello in una scuola internazionale di Ariccia riscuotendo notevole successo. Il Direttore della scuola di Teatro sperimentale Tom Thellung rimase incantato e ci propose questo scambio. C’è voluto molto tempo per il coordinamento organizzativo, ma alla fine il progetto è andato a buon fine. Con la serata allo Steri sul Fado inserita nella Rassegna internazionale ‘Le Vie dei tesori’ sono certo che la Compagnia popolare favarese abbia fatto un bel salto di qualità puntando a un pubblico internazionale. A breve saremo a Lisbona con le musiche dei barbieri e a maggio all’Università di Berna con la Società italiana ‘Dante Alighieri’. I progetti futuri? Un film per il cinema d’Autore su ‘Barberia’ che ci sta facendo conoscere sempre di più in ogni città e un tour a Mosca al quale stiamo già lavorando. Una cosa in particolare mi preme sottolineare: la promozione del libro-cd ‘Merica, Merica, viaggio verso un nuovo mondo’ con Salvatore Ferlita e altri qualificati autori siciliani che a breve incontreranno Papa Francesco per consegnargli il libro che è a lui dedicato.»

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