Di Antonio Priore – Nella giornata di ieri alle urne si sono presentati solo il 32 % degli elettori aventi il diritto di voto, circa 15 milioni di italiani, con l’86 % che ha votato per il Si. Solo in Basilicata si è superata la soglia del 50 %, mentre in Trentino Alto-Adige, regione poco interessata alle trivellazioni in mare, ha raggiunto appena il 23 %. Giornata fallimentare in cui il referendum sulle trivelle non è riuscita a raggiungere il quorum. Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha affermato che gli italiani non abrogando la norma hanno salvaguardato non solo l’economia del Paese, ma soprattutto hanno evitato 11 mila licenziamenti. Poi il premier ha continuato dicendo:” Ma gli sconfitti ci sono, hanno nomi e cognomi. Sono quei consiglieri regionali e alcuni presidenti di regione che hanno voluto cavalcare questo referendum per esigenze personali. Per esigenze di conta interna da parte di qualcuno. È la dimostrazione che la demagogia non paga”, chiaro attacco ai promotori del referendum. Questi però si sono detti soddisfatti, come il governatore della Puglia Michele Emiliano che ha affermato che il voto è stato un successo:” Sono gli stessi voti che il Pd ha preso nel suo più grande risultato elettorale, che sono le europee di due anni fa – ha osservato – il governo dovrà tenerne conto” . Rimane valida la legge di stabilità decisa dal governo e dal parlamento grazie alla quale le piattaforme esistenti entro le 12 miglia, circa 98 sulle 135 totali in Italia, possono quindi proseguire la propria attività di estrazione di gas e petrolio fino al completo esaurimento dei giacimenti stessi.

Di admin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »