CATANIA – Venti racconti con la città etnea protagonista, tra ricordi, speranze, fantasia, emozioni, compongono l’antologia “La prima volta a Catania”, Edizioni della Sera, presentato nella sede del Movimento Cristiano Lavoratori, in via Guzzardi. Dopo l’intervento di saluto di Piergiuseppe De Luca, presidente provinciale di MCL, e di Giovanni Mirulla, presidente del circolo AMPI-MCL, Daniele Lo Porto, curatore della pubblicazione insieme a Daniele Di Frangia, ha illustrato le caratteristiche del libro, che costituisce un’opportunità di miglior conoscenza della propria città per gli stessi catanesi e di promozione del suo patrimonio culturale, artistico e storico oltre i confini regionali.
Il prof Pasquale Almirante, uno degli autori, ha fatto un excursus sul genere letterario dei racconti i quali, al contrario dei romanzi, hanno forma breve e dunque hanno la necessita di essere esposti in poche, essenziali pagine. D’altra parte, non è spesso il romanzo un insieme di racconti? Ed è stata pure l’occasione, la presentazione di questo libro, per ricordare, da parte del relatore, i grandi scrittori che con questo genere si sono cimentati, a iniziare dal medioevo, da Giovanni Boccaccio a Geoffrey Chaucer, coi “Racconti di Canterbury”, ma ancora prima col Novellino, e continuare con le “Mille e una notte” e la tradizione novellistica o fiabesca fino all’800. E così, in un lento procedere fino agli autori più recenti, i quali tutti, in un modo o nell’altro, si sono cimentati con questo genere. E poi i grandi siciliani come Verga e Pirandello, e perfino Camilleri e Sciascia con Tomasi di Lampedusa hanno esplorato questa avventura letteraria che, nonostante rispecchi più del romanzo la velocità della vita che viviamo, le grandi case editrici sembrano immuni al loro fascino. “La “bravura” d’uno scrittore – ha concluso Almirante – si valuta pure nella breve occasione descrittiva offerta dal racconto, nella sua capacità di cogliere una verità, di fermare il momento in poche battute”. La presentazione è stata completata dalle letture di Patrizia Auteri e dagli interventi conclusivi dell’attore Enrico Manna, che ha ricordato il grande Gilberto Idonea, citato in due racconti, e del giornalista Nello Pappalardo.